Oggi mi incontrerò con l’assessore alla Sanità, Lucia Borsellino. Essendo docente universitario e presidente della Scuola di Medicina devo prima verificare le compatibilità e le incompatibilità del nuovo incarico che mi è stato assegnato. Mi incontrerò anche col rettore Pignataro e poi deciderò se accettare la nomina a manager». Si esprime così il prof. Francesco Basile che la Giunta Crocetta ha appena designato dirigente sanitario dell’azienda «Garibaldi». Basile, quindi, non scioglie subito le riserve e si prende qualche giorno di tempo per chiarire alcuni punti che potrebbero metterlo in contrasto con i suoi incarichi universitari. «Al momento – conclude – è prematuro fare qualsiasi altro discorso». Mentre il prof. Basile è in pausa di riflessione il dott. Angelo Pellicanò è in procinto di tornare alle origini, dal Garibaldi al Cannizzaro dove è stato direttore sanitario sotto la dirigenza generale Poli. «Sì è vero: è più o meno un ritorno alle origini…. A breve, come ho fatto durante il mandato al Garibaldi, anche al Cannizzaro sarò impegnato nell’attuare i progetti messi in atto e a ricreare le condizioni perché si possano superare le criticità che si sono manifestate in questi ultimi anni nelle aziende». Pur avendo una lunga esperienza passata al Cannizzaro al momento Pellicanò si mantiene cauto: «Conosco bene l’azienda Cannizzaro, dalla quale però manco da 5 anni e in un lasso di tempo così lungo succedono tante cose… ». Quanto al caso delle carenze al pronto soccorso del presidio Pellicanò aggiunge: «Le criticità riscontrate al pronto soccorso sono le stesse che si manifestano negli altri ospedali. Bisognerà riconquistare all’interno della struttura una serie di funzioni, collaborazioni e sinergie che probabilmente nel tempo si sono perse. Per questo uno dei miei obiettivi sarà quello di creare un ponte sinergico tra le aziende Cannizzaro e Garibaldi, per integrare il territorio. E’ la sfida più importante – precisa -, perché la questione dei pronto soccorso si vince solo sul territorio, con i Pta e migliorando la collaborazione con i medici di famiglia e non aumentando i medici del presidio d’emergenza. E soprattutto questo lavoro si fa smettendo di buttarci fango addosso, come fa qualcuno. Noi oggi abbiamo in realtà una buona sanità anche se ogni tanto ci piace autoflagellarci creando condizioni di allarme tra la gente». Quanto al lavoro effettuato all’azienda «Garibaldi», Pellicanò spiega: «A parlare è un bilancio in salute e una compagine organizzativa formata da una squadra di professionisti compatti che lavorano insieme e hanno contribuito alla crescita ulteriore dell’azienda sanitaria».
Il terzo «nominato» da Crocetta in terra etnea è il nuovo dirigente dell’Asp, Mario Zappia, fino a ieri dirigente dell’Asp di Siracusa. Zappia prende il posto del dott. Gaetano Sirna nominato dirigente all’Asp di Messina. «Si riparte da capo, – spiega Zappia – da una azienda importante più complessa rispetto a quella di Siracusa nella quale però vorrei trasferire il modello già adottato nella struttura aretusea fondato su uno spirito di positività che sarà mio compito fare emergere e che ha dato risultati a mio giudizio soddisfacenti. Dovremo confrontarci con le indicazioni del governo regionale che sono stringenti su qualità dei servizi ed economizzazione della spesa. Scommesse difficili, ma estremamente intriganti. Nella provincia di Catania ci sono ospedali periferici da riconvertire. Il commissario che mi ha preceduto è una persona capace, con tanta esperienza, ha fatto un ottimo lavoro dal quale ripartire». Zappia inoltere confessa che per un attimo la sua nomina lo ha stupito: «Non mi aspettavo la designazione a direttore generale dell’Asp di Catania e la considero, dal punto di vista professionale, una vera promozione. Farò di tutto per non deludere la fiducia che è stata dimostrata nei miei confronti».
A plaudire alla nomina di Zappia il consigliere di Bronte, Graziano Calanna che ne ha approfittato per chiedere maggiore attenzione per l’ospedale di Bronte: “Accolgo con grande soddisfazione la notizia della nomina dei Direttori Generali delle AA.SS.PP. siciliane, ed in particolare quella del dott. Mario Zappia, le cui elevate doti di onestà e professionalità saranno determinanti per la qualità dei servizi sanitari del Territorio. Pertanto, rivolgendo al neo Direttore Generale i migliori auguri, confido nel suo pronto intervento sulla situazione problematica dell’Ospedale di Bronte, le cui condizioni disastrate, ultimamente riferite anche dagli Organi di stampa, non sono ulteriormente accettabili”.
Il quarto nuovo manager della provincia etnea è Paolo Cantaro, nominato alla guida del Policlinico-Ove. La nomina di Cantarò, però, risale a una decina di giorni fa ed è stata ampiamente trattata sul giornale. Quest’ultima nomina è stata possibile anticiparla perché Cantaro faceva parte della terna di candidati espressamente inviata a Crocetta dal Rettore Pignataro. Cantaro, quindi, torna a dirigere il Vittorio Emanuele nel quale in passato è stato direttore generale. Come per gli altri suoi colleghi il neo manager del Policlinico-Ove si troverà sul tavolo numerosi nodi da sciogliere, e tra questi quello relativo al nuovo pronto soccorso i cui locali sono pronti da tempo e si trovano in un padiglione di via Santa Sofia. La struttura, che ospiterà anche il laboratorio analisi e altri settori, è costata negli anni qualcosa come 18 milioni di euro anche per la nuova pista per gli elicotteri. Finora si è più volte detto che l’accorpamento del Policlinico col V. Emanuele, che è munito di pronto soccorso, non consente alla stessa azienda di aprirne un altro. Sul presidio di emergenza rimasto sulla carta è intervenuto anche il prof. Corrado Tamburino: «A breve – aveva detto il cardiologo – al Policlinico andrà il più grande dipartimento cardio-toracico-vascolare del sud Italia. Inoltre c’è il centro trapianto, la neurochirurgia, la nefrologia… Ora visto e considerato che il tasso di mortalità maggiore si ha per patologie cardio-vascolari non si capisce come il più grande dipartimento per patologie simili possa essere dislocato in un ospedale dove non esiste un pronto soccorso operativo».
Giuseppe Bonaccorsi Fonte “La Sicilia” del 02-04-2014