Era dal febbraio 2009 che l’attività trapiantologica della Cardiochirurgia catanese segnava il passo. Alla base di questa stasi operativa un insieme di problemi infrastrutturali, strutturali, organizzativi e di personale (specie anestesiologico) tale da indurre alla temporanea interruzione dell’attività, pur nella continuità di una routine pur sempre intensa e impegnativa. Orbene: la parentesi è stata chiusa proprio nella notte tra venerdì e ieri. A offrire l’occasione è stata la disponibilità di un cuore prelevato al «Villa Sofia» di Palermo assieme ai reni e al fegato a un quarantasettenne colpito da emorragia cerebrale per la rottura di un aneurisma. A seguito della individuazione di un cardiopatico compatibile nel Catanese, è stata attivata l’operazione prelievo dell’organo attraverso un elisoccorso del 118 che, decollato nelle primissime ore del mattino dall’aeroporto di Messina, è atterrato a Fontanarossa (di notte l’eliporto del Cannizzaro è chiuso) con a bordo l’équipe di cardiochirurghi (Salvatore Di Stefano, Antonio Bivona e Fabio Confalonieri) chiamata a effettuare il prelievo del cuore. L’intervento di trapianto è stato effettuato e alle cinque del mattino il paziente – G. F., bracciante di Maletto di 59 anni, da alcuni mesi in lista d’attesa per grave cardiopatia dilatativa – era già uscito dalla sala operatoria e veniva ricoverato nell’unità di terapia intensiva per l’iter post-operatorio imposto dal protocollo cardiochirurgico. A realizzare il trapianto è stato il direttore della Cardiochirurgia, prof. Carmelo Mignosa, che è stato affiancato nell’operazione oltre che dal prof. Angelo Giuffrida (tra i pionieri della cardiochirurgia trapiantologica catanese sin dai tempi di Abbate, responsabile del programma trapianti) da Salvatore Nicosia e da Vincenzo Caruso, nonché dagli anestesisti Salvatore Nicosia, Michela Tudisco e Giuseppe Giuliano e dai tecnici di circolazione extracorporea Santo Torrisi e Giusi Arena, con la collaborazione degli infermieri Cettina Mignemi e Maurizio Rapisarda. Con questo intervento sale a 146 il numero complessivo di cardiotrapianti a Catania. E l’evento è importante, oltre che per la città in generale, anche per l’azienda Policlinico Vittorio Emanuele (a cui il Ferrarotto fa capo) perché segna la ripresa di un importantissimo settore come quello dei trapianti che, inaugurato nel febbraio 1989, si era poi sviluppato con fasi alterne. Dopo l’iniziale era di Abbate, infatti, la Cardiochirurgia era stata affidata al prof. Calafiore che, dopo qualche anno, aveva preferito «emigrare» negli Stati arabi. Era seguito un periodo di interregno con il dott. Rocco Meduri, sino a quando lo scorso anno la direzione della struttura catanese è passata al prof. Carmelo Mignosa, che aveva fatto lunga esperienza da responsabile della Cardiochirurgia del San Vincenzo di Taormina e che ha intrapreso il rilancio della Cardiochirurgia catanese, come sottolineato ieri dal direttore generale dell’azienda Policlinico-Ove, Giacalone.
Angelo Torrisi fonte “La Sicilia” del 18-03-2012