Tremenda esplosione, probabilmente dovuta ad una fuga di gas, stasera poco dopo le 19,30, in via Sacchero a Catania, tra la via Garibaldi e la via Plebiscito. Nell’esplosione coinvolti una squadra di Vigili del fuoco e un uomo, che forse era il proprietario del garage in cui si è verificato l’evento. Tre le vittime accertate al momento due pompieri, Giorgio Grammatico (37 anni) e Dario Ambiamonte (39 anni), che stavano tentando di aprire la porta dello stanzone al pianterreno dove era stata segnalata la puzza di gas, e un terzo uomo. L’ipotesi più accreditata è che si tratti di Giuseppe Longo, il 60enne gestore di un deposito di biciclette, ma il cadavere carbonizzato è del tutto irriconoscibile. Secondo l’azienda del gas, la perdita non sarebbe avvenuta dalle loro tubature, ma probabilmente da una bombola posta nel garage, altre tre bombole, sono state trovate integre all’interno e portate fuori. Altri due Vigili del Fuoco, sono ricoverati al Garibaldi di Catania, nonostante delle serie ferite riportate, non sono in pericolo di vita, anche se in prognosi riservata. Il comando provinciale dei Vigili del fuoco, smentisce categoricamente che la squadra abbia usato un flex per aprire la saracinesca, come riportato da altri organi di stampa, in quanto la squadra era sul posto proprio per fuga di gas. Sul posto altre squadre di pompieri, la polizia e diverse ambulanze del 118. Sull’evento è stata aperta un’inchiesta.
GLI EROI DELLA CONVENIENZA
Ora tutti a parlare, di come sia avvenuta una tragedia che stavolta ha lasciato il segno. Due giovani, due lavoratori, stasera non torneranno a casa, vittime di leggi assurde e rischi mai sottovalutati ma spesso letali. I vigili del fuoco, da tempo, sono gli eroi dei bambini, per le loro gesta nei terremoti, a Rigopiano, ad Amatrice, in tante calamità che hanno colpito l’Italia ultimamente e che li ha visti sempre in prima fila a lavorare in silenzio. Eroi di un’Italia spesso martoriata da tragedie, che lasciano dei segni che spesso non si dimenticano. Ma non sono eroi per lo Stato, che spesso li dimentica e li lascia nell’oblio. Un vigile del fuoco, così come tanti operatori delle emergenze, spesso in prima linea nelle tragedie, è trattato dallo Stato alla pari di un impiegato comunale. Uno stipendio poco soddisfacente (meno di un operatore ecologico, con tutto il rispetto per questa categoria), o con una paga che prevede in un anno quanto prende un usciere del Parlamento in due mesi, e dire che questi poveri uscieri di rischi ne corrono. Oggi due di loro non torneranno a casa, forse i loro familiari avranno medaglie e riconoscimenti, ma non riavranno i loro cari, vittime di un lavoro sottovalutato e sottopagato, neanche compreso tra quelli usuranti. Non basteranno i titoloni dei giornali, e nemmeno le tante parole che si diranno nei prossimi giorni, poi calerà il sipario, e i due morti saranno dimenticati, tranne dai loro cari e dagli amici più intimi. Saranno anche loro eroi a convenienza, quella delle missioni riuscite nonostante tutto, ma stavolta purtroppo non è andata così. Non scordiamolo, che i “pompieri” spesso vanno dove tutti gli altri scappano. Condoglianze alle famiglie dei due poveri deceduti. Luigi Saitta