Anche quest’anno, dominato dalla lotta alla pandemia, le celebrazioni per la ricorrenza del 169° Anniversario della Fondazione della Polizia di Stato assumeranno il tono sommesso del silenzio e del ricordo per tutti coloro che, donne e uomini, hanno sacrificato la loro vita al servizio di chi soffriva. Un silenzio che significa rispetto e ringraziamento. E non solo per gli uomini in divisa. La cerimonia sarà quindi limitata all’omaggio di una corona d’alloro che sarà depositata presso la lapide ai caduti della Polizia di Stato, alla presenza del Prefetto Maria Carmela Librizzi. E sarà questa l’occasione per ricordare non soltanto i poliziotti che sono caduti nell’adempimento del servizio, ma anche tutti quelli che sono venuti a mancare in silenzio, strappati alla vita e all’affetto dei loro cari da una malattia che hanno incontrato, senza paura, mettendosi a disposizione del prossimo o muovendo il passo verso l’orizzonte della definitiva sconfitta del male. Perché se c’è una lezione che questo microscopico virus è riuscito a impartire al mondo intero è quella della necessità di coesione e di unità d’intenti tra tutti, a salvaguardia dei diritti del singolo.
Ed è questo lo spirito che ha animato tutti i poliziotti i quali hanno messo in gioco le loro abilità tecniche, il loro spirito di dedizione al dovere e la loro capacità di approcciarsi ai cittadini, per realizzare insieme a essi quelle premesse per la definitiva sconfitta della pandemia che è divenuta, speriamo ancora per poco, il motivo dominante della vita di tutti. Il consuntivo della passata “Festa della Polizia” era stato segnato, in parte, dalle conseguenze della Covid, ma già era possibile vedere i rimarchevoli risultati del nuovo vigore infuso nell’azione di prevenzione e di contrasto a tutto quel sottobosco di illegalità, che seppure inopportunamente “metabolizzate” da taluni cittadini, costituiscono invece la punta dell’iceberg di quella criminalità che colpisce indistintamente i legittimi interessi comuni di tutti i catanesi, contribuendo a creare una cupa cornice di inattrattività del territorio che costituisce un forte disincentivo allo sviluppo sociale ed economico dell’area etnea. L’azione della Polizia di Stato a Catania è continuata sul solco già tracciato, sin dal suo insediamento, dal Questore Mario Della Cioppa il quale ha voluto imprimere un’accelerazione all’attività di contrasto dei reati, avendo sempre come scopo lo scardinamento di quel diffuso sistema di illegalità può costituire un ostacolo alla nascita di una rinnovata e matura consapevolezza sociale. E, nonostante tutto, l’impegno contro la criminalità non è venuto meno, anzi. Infatti, la nuova strategia che, nella più ampia ottica del controllo del territorio con nuovi dispositivi operativi, ha già visto una standardizzazione dei moduli d’intervento, ha raggiunto un alto livello di efficientamento nell’impiego delle risorse messe in campo.
Nel corso del 2020 sono state arrestate circa 1000 persone (992 ) e ne sono state denunciate 2.720. Grazie all’incessante attività di controllo del territorio, a opera delle Volanti dell’UPGSP e dei Commissariati distaccati, sono state identificate 65.972 persone e sono stati controllati 36.198 automezzi. Durante le attività di contrasto del crimine, in particolar modo quello relativo allo spaccio delle sostante stupefacenti sono stati rinvenuti e sequestrati 39 kg di marijuana, 16 kg di cocaina e 1 kg di eroina. L’attività della Divisione Amministrativa ha permesso 1.200 controlli amministrativi. Inoltre sono stati 400 i provvedimenti emessi dall’Ufficio Immigrazione. Oltre a ciò, tantissime sono state le attività portate avanti nella lotta alla criminalità e all’illegalità.