Lo scorso 8 ottobre 2015, il neodottore Tino Loria ha presentato una tesi dal titolo “le aflatossine nel pistacchio commercializzato a Bronte” presso il dipartimento di scienze del farmaco, sezione tossicologia dell’ambiente e degli alimenti. Nella tesi si discute di noti composti cancerogeni, le aflatossine, che si possono trovare in molti alimenti tra i quali anche la frutta secca. Ma nella tesi di laurea, c’è posto anche per un breve racconto del neo dottore, che ricorda come venga vissuta a Bronte la raccolta del Pistacchio. Di come ogni due anni, per un mese le aride e pietrose terre piene di lava dei dintorni di Bronte, tornano a piena vita, percorsi ogni gironi da centinaia di persone dedite a raccogliere il prezioso frutto. Un viaggio su una tradizione ormai consolidata, ma soprattutto un esame chimico molto complesso che apre nuovi orizzonti nella conoscenza del pistacchio. Si parla dunque di pistacchio, con dati relativi all’importazione ed al commercio; viene trattata la tossicità delle tossine in esame e di come può avvenire la contaminazione. Nella parte sperimentale invece si discute delle fasi di analisi delle aflatossine e dei risultati ottenuti in laboratorio su dei campioni di pistacchio acquistati a Bronte. Dal lavoro di tesi è emerso che tutti i campioni di pistacchio acquistati contengono livelli quantificabili di aflatossine, ma risultano conformi perché tale livello è inferiore a quello massimo ammesso dalla legge. C’è da notare però che dall’analisi di altri campioni di pistacchio di produzione propria a marchio DOP, la contaminazione di aflatossine è totalmente assente. Vengono dunque discusse le motivazioni plausibili. Infine, abbiamo voluto inserire questo studio, per dare merito a chi porta fuori un prodotto che è ormai un punto fondamentale dell’economia brontese. Auguri neo dottore!!!!
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Ma cambiate almeno l’immagine! Quello non è il pistacchio di bronte