Aveva fatto scalpore, nel novembre 2015, la notizia del fermo di un noto veterinario di Gaggi, e un allevatore di Bronte (LEGGI QUI), fermati nella zona di Monte Soro dai carabinieri di Cesarò, con un fuoristrada di proprietà del veterinario, su cui vi erano le carcasse di tre suini neri dei Nebrodi. I due, su ordine della Procura della Repubblica di Catania, ebbero il sequestro dei maiali, di due grossi coltelli e di un bastone, e nonostante le loro proteste, furono deferiti a piede libero per rispondere dei reati di ricettazione, bracconaggio, macellazione clandestina, e porto abusivo di armi bianche. Nel contempo, fu disposta la distruzione delle carni e scatto la denuncia a piede libero per i reati di ricettazione, uccisione di animali, lavorazione di carni in luoghi non idonei e porto abusivo di armi bianche. In seguito rinviati a giudizio per rispondere di tali atti. Processo conclusosi qualche giorno fa davanti al giudice del Tribunale Monocratico penale di Catania, dottor Domenico Sapienza. Alla fine della fase dibattimentale il Pubblico Ministero ha chiesto la condanna per entrambi gli imputati a due anni di reclusione ed euro 5.000 di multa ad ognuno, oltre alla confisca di quanto riportato sopra. I due imputati, difesi dagli avvocati Federico Cairone, per il veterinario, e Nino Granata per l’agricoltore, sono stati assolti, dopo che i loro avvocati difensori hanno evidenziato l’insussistenza delle accuse dimostrando sia che l’agricoltore era il proprietario degli animali, sia la legittima macellazione e utilizzazione delle carni dei tre suini, che nel frattempo erano stati ormai distrutti. Dopo la camera di Consiglio, il Tribunale, accogliendo la tesi difensiva, assolveva a formula piena gli imputati, poichè il fatto non costituisce reato, e disponeva il dissequestro delle armi ai rispettivi possessori.