Cesarò-San Teodoro. Atmosfera surreale, ieri, nei due piccoli centri dei Nebrodi. Un silenzio forte e intenso, quasi religioso, permeava l’aria, tanto che sembrava facesse più rumore di mille campane. La gente, la tanta gente presente, si muoveva in maniera composta per le strade, i negozi e gli esercizi commerciali mostravano per intero le saracinesche. Nessuno aveva voglia di parlare e gli sguardi che si incrociavano mostravano gli occhi arrossati per le lacrime. Si leggeva il dolore per la grande tragedia, di lunedì 13 ottobre, che ha colpito la popolazione di questi due piccoli Comuni appollaiati sui monti Nebrodi, a quota 1.150 metri sul livello del mare e poste ai confini territoriali delle province di Enna e Catania ma insistenti in quella di Messina. Con questa atmosfera e con questi stati d’animo le due comunità hanno dato l’estremo saluto a Giuseppe Leanza, 45 anni, di San Teodoro; Silvestro Cerro, 61 anni (il 22 ottobre, proprio fra qualche giorno); Salvatore Cristaudo, 46 anni, di Cesarò, travolti e uccisi da un Tir, sfuggito al controllo del suo autista, sull’autostrada Catania-Siracusa mentre erano intenti ad effettuare interventi di manutenzione per conto dell’Anas. Alle 11, nella chiesa Maria S. S. Annunziata di San Teodoro sono state celebrate le esequie di Giuseppe Leanza, che lascia la moglie e due figli. Mentre alle 15,30, a Cesarò, nella chiesa Maria S. S. Assunta, quelli di Salvatore Cristaudo, che lascia moglie e due figli, e di Silvestro Cerro che lascia la moglie e tre figli. In ambedue le cerimonie hanno officiato i riti, in forma congiunta, i parroci Gino Fichera di San Teodoro e Nunzio Vasta di Cesarò. Così come pure alle due cerimonie sono stati presenti i sindaci di San Teodoro, Salvatore Agliozzo, e di Cesarò, Salvatore Calì. Presenti pure il capitano Giuseppe D’Aveni, comandante della Compagnia dei carabinieri di S. Stefano di Camastra, che ha competenza territoriale, il maresciallo Giuseppe Porto comandante della stazione dei carabinieri di Cesarò, Domenico Renda dirigente della Sezione compartimentale Anas di Catania accompagnato dal personale della stessa sezione. Mentre il vescovo di Patti, mons. Ignazio Zambito ha fatto pervenire il proprio cordoglio con un messaggio letto durante le due funzioni religiose. Infine, tre grandi corone di fiori, una per ciascuna delle vittime, sono state inviate dalla ditta “Speedy Tran Sport”, del Ragusano, proprietaria del Tir condotto dal 55enne Antonino Capodicasa di Chiaramonte Gulfi che ha causato il mortale incidente. Per permettere a tutti di assistere alle cerimonie sono stati installati nelle piazze adiacenti le chiese, dove si sono svolte le esequie, dei megaschermi. Tanti i discorsi pronunciati alla memoria dei tre lavoratori. In particolare, molto toccanti, sono state le parole pronunciate dalle vedove di Silvestro Cerro, Lucia Agata Virzì e da Giusy Virzì, vedova di Salvatore Cristaudo. Nella parete centrale della chiesa Maria SS. Assunta di Cesarò è stata affissa una gigantografia, con impressi i volti e i nomi dei tre lavoratori, e la scritta: «Le comunità di Cesarò e San Teodoro vi ricorderanno sempre per la vostra grande dedizione alla famiglia e al lavoro». Sempre nella stessa chiesa, uno striscione è stato posto da alcuni sportivi di Giarre, paese natio di Cristaudo che così recita: «La Giarre ultras ti rende onore. Ciao Salvatore». Lo sport, il calcio, in particolare, era la grande passione di Salvatore Cristaudo, tifosissimo della Roma, tanto che una bandiera della squadra capitolina è stata adagiata sulla sua bara. Gente semplice e grandi lavoratori queste le persone che le comunità di Cesarò e San Teodoro hanno salutato ieri per l’ultima volta. Per Salvatore Cristaudo sono venuti veramente in tanti: da Giarre, Riposto, Catania e Brolo nessuno, degli amici e parenti, è voluto mancare a questo ultimo appuntamento. È stato ricordato anche Antonino Spadaro, 36 anni il più giovane della squadra della “Covir”, la ditta di proprietà della famiglia Virzì decimata dal Tir, e che ancora si trova all’ospedale Cannizzaro di Catania in prognosi riservata.
Giuseppe Leanza Fonte “La Sicilia” del 17-10-2014