Continua a dare frutti il pattugliamento del territorio nebroideo operato incessantemente dai Carabinieri del Comando Provinciale di Messina e dallo Squadrone Eliportato Cacciatori “Calabria” dall’indomani dei fatti di cui è stato vittima il Presidente dell’Ente Parco dei Nebrodi. Dopo l’arresto di due giovani incensurati sorpresi ad irrigare i primi di luglio le numerose piante di canapa indiana che avevano messo a dimora in un terreno di contrada Scaletta del comune di Cesarò, a finire in manette è stato questa volta Germanà Salvo, agricoltore nato a Bronte e residente a Maniace, sorpreso a coltivare circa 500 piante di canapa indiana site in Contrada Cutò del Comune di Cesarò. Nella serata di ieri, il Germanà è stato sorpreso dai Carabinieri della Compagnia di S. Stefano di Camastra e dai Cacciatori di “Calabria”, mentre si prendeva cura della piantagione che, composta da arbusti alti fino a circa 2 metri, era stata realizzata in maniera tale da essere mimetizzata nella fitta vegetazione circostante e invisibile all’occhio dei comuni cittadini. Ciò tuttavia, non è bastato ad ostacolare i militari, che, individuata l’area e averla circondata hanno proceduto all’arresto dell’utilizzatore, poi tradotto alla Casa Circondariale di Catania Piazza Lanza come disposto dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Catania. Le piante sono state estirpate e inviate al RIS di Messina. L’attività investigativa, che ha portato all’arresto di Germanà’ Salvo, sorpreso a coltivare circa 500 piante di canapa indiana, è stata condotta congiuntamente al Distaccamento di Cesarò del Corpo Forestale Regione Sicilia. Il supporto del personale del Distaccamento del Corpo Forestale di Cesarò è stato fondamentale nell’individuare la piantagione, composta da arbusti alti fino a circa 2 metri, mimetizzata nella fitta vegetazione circostante in maniera tale da risultare poco visibile.