Sulle strade dell’Etna ha conosciuto e amato il ciclismo. In Toscana, nelle varie squadre dove ha corso (Maltinti e Gragnano), è cresciuto, perfezionando tecnica e tattica di corsa. Il ciclista brontese, lo scalatore, Claudio Longhitano firma il primo contratto da professionista e correrà negli Stati Uniti con la formazione continental Team Illuminate. Realizza, dopo sacrifici, il grande sogno di ogni ciclista.
Come è nata questa sua avventura? «Ho fatto uno stage a settembre con la squadra americana. Da stagista ho corso il Giro di Croazia e il Tour of China, a metà novembre. Poi è arrivata la conferma e la firma sul mio contratto da professionisti. Adesso attendo di conoscere il programma e potrei già correre al Giro di Colombia, ma prima sarò in Arabia Saudita e in Thailandia. So che certo che ormai ci siamo e comincerà la mia nuova avventura».
La sua vita adesso è stravolta? «Decisamente sì. Dallo stage dello scorso settembre ad oggi ho vissuto grandi emozioni. A 25 anni è arrivato il momento tanto atteso. Spero di fare bene».
Domenica scorsa la sua vecchia squadra, la Team Toscano Giarre, le ha tributato i giusti onori. «Una fantastica festa a sorpresa in quella che reputo una grande famiglia dove sono stato negli allievi e negli juniores, prima di salire in Toscana nell’U. 23. Mi hanno emozionato domenica sera. Ringrazio di cuore la famiglia Toscano (il presidente Federico e il ds Salvo Toscano), Alfredo Garofalo e i fratelli Carmelo e Luciano Contarino per tutto quello che mi hanno dato».
Con lei c’era pure Andrea Bruno. «Il ragazzo ha tanta strada, deve acquisire grande esperienza. Ha dimostrato con i fatti di valere, è già in nazionale, ha corso in diverse parti d’Italia, vincendo gare importanti. Un ragazzo serio, che ha volontà, mi auguro che diventi un esempio». Diventa professionista in un momento particolare per la sua Sicilia. «Non posso che ispirarmi a Vincenzo Nibali per i sacrifici e la determinazione. Mi sono allenato diverse volte con Giovanni Visconti in Toscana».
Con che auspicio si presenta all’inizio della sua avventura nei pro? «Crescere, fare esperienza e maturare momenti importanti di vita e di sport. Il mio sogno? Sarebbe correre il Giro d’Italia, ma per quello c’è tempo».
Nelle ultime due stagioni ha corso col palermitano Filippo Fiorelli, passato professionista con la Bardiani. «Il nostro è un rapporto di fratellanza, siamo stati insieme due anni, sotto lo stesso tetto, non posso che parlarne bene, ci siamo sostenuti a vicenda. Gli auguro un grande bene».
Lei si sente un po’figlio dell’Etna? «Ho un rapporto speciale con il Vulcano. Quando non sono a casa nella mia Bronte mi trovate sempre lì ad allenarmi. La mia salita preferita è quella di Piano Provenzana. Amo il contesto ambientale, la tranquillità e si lavora tanta su quelle pendenze. Sarà un bell’arrivo del Giro. Ho fatto la salita di Salto del Cane, dove arrivò nel 2017 la tappa vinta da Polanc, è abbastanza tosto, non dà mai respiro e non ti lascia mai un attimo senza fiato». Nunzio Currenti Fonte “La Sicilia” del 31-01-2020