Il costo della raccolta e dello smaltimento dei rifiuti oggi è totalmente a carico dei cittadini. Lo dice la legge. Ma siamo certi che quando andiamo a pagare l’ormai esoso tributo comunale paghiamo solo il servizio o finanziamo anche altro? E’ bastato fare qualche ricerca per capire che molti Comuni della cintura dell’Etna che va da Bronte fino a Giarre-Riposto inseriscono fra le spese i costi della liquidazione della Società Ato 1 Joniambiente. Una situazione che grava sulle tasche dei cittadini, come ci confermano i rappresentanti del Collegio di liquidazione della Joniambiente, Francesco Rubbino e Antonello Caruso, che più volte hanno chiesto alla Regione di chiudere la liquidazione della società, senza però essere ascoltati. «Gli Ato – spiega Rubbino – e quindi anche la Joniambiente, dall’ottobre del 2013 non svolgono più il servizio che è tornato ai Comuni, ma i cittadini continuano a pagare il costo della liquidazione della società. Un costo che complessivamente supera i 400mila euro l’anno. E questo – aggiunge – è assurdo perché la legge dice che deve essere la Regione a sostenere le spese della liquidazione». Ma a preoccupare non sono solo questi costi. Molti Comuni hanno una pesante spada di Damocle sulla testa, determinata dai debiti che hanno con l’Ato. Ci sono Comuni, infatti, che hanno con l’Ato debiti per centinaia di migliaia di euro, tenuti in attesa da contenziosi legali che prima o poi saranno definiti. E alla fine a pagare saranno sempre i cittadini. «L’Ato – continua a spiegare Rubbino – è una “spa” che non riceve finanziamenti statali o regionali. In passato ha effettuato un servizio che doveva essere pagato quota parte dai Comuni. Molti di questi non hanno pagato, dando vita a un impressionante numero di contenziosi legali che hanno assunto proporzioni spaventose. Pensate che l’Ato vanta crediti dai Comuni per circa 20 milioni di euro e a sua volta deve alle società che hanno effettuato il servizio la stessa cifra. E queste giustamente continuano a bussare alla nostra porta, costringendoci a intervenire coattivamente sui Comuni, attraverso iniziative legali che ovviamente hanno un costo. I giudizi ahimè sono certi: i Comuni prima o poi dovranno pagare». «L’unica soluzione – spiega Rubbino – è che la Regione assorba al più presto le contabilità degli Ato in liquidazione e chiuda definitivamente queste società. Noi attendiamo questo provvedimento da tempo. La Regione deve intervenire appropriandosi di crediti e debiti chiudendo una partita che rischia di costare sempre di più ai cittadini. Noi aspettiamo da tempo la tanto annunciata riforma del settore. Certo però non basterà cambiare il nome degli Ato in “Ssr” o adesso in “Ada”». «Urgono – conclude – quelle decisioni serie e competenti, che, in verità, fino a oggi sono mancate». GAETANO GUIDOTTO Fonte “La Sicilia” del 03-02-2019
13 COMUNI Ma cos’è la Joniambiente? E’ una Spa costituita nel dicembre del 2004 per assicurare il servizio di raccolta dei rifiuti per i Comuni di Bronte, Maletto, Maniace, Randazzo, Castiglione di Sicilia, Linguaglossa, Piedimonte Etneo, Mascali, Fiumefreddo di Sicilia, Sant’Alfio, Milo, Giarre e Riposto. Da aprile del 2010 è in liquidazione e dall’ottobre 2013 non svolge più servizio per i Comuni.