A distanza di una settimana, ancora disagi per la zona nord ovest dell’Etna. La scorsa settimana era stata la neve e il ghiaccio a procurare problemi, stavolta, oltre alla pandemia, ci pensa l’Etna a creare disagi e soprattutto danni, a Maletto, Maniace e Bronte, con la sabbia arrivata anche fino a Cesarò. Nella notte tra lunedì e martedì, intorno all’una, è iniziata la pioggia di lapilli e cenere che ha colpito i tre paesi. Alcune persone sono uscite allarmate dal forte rumore, come quello di una forte grandinata, ed effettivamente lo spettacolo apparso agli occhi era quasi simile. L’unica differenza che non si trattava di ghiaccio, ma di sabbia nera, con frammenti grossi anche quanto una nocciola, che cadendo provocava un forte rumore. Anche il vulcano, e le sue alte fontane di lava erano visibili, nonostante la distanza che in linea d’aria supera i 10 chilometri e che grazie al favore del vento, spingeva verso la zona nord ovest la cenere. Per fortuna, il tutto è durato poco più di una mezz’ora, il tempo necessario a lasciare una coltre nera di circa 3 centimetri a Maletto e in parte della Ss 284, e di circa un centimetro a Bronte e Maniace. Un problema sia per i Comuni, sia per i privati che purtroppo, dopo la caduta della cenere, devono provvedere a pulire tetti e terrazze, per evitare l’intasa – mento dei pluviali, e guasti ai canali di scolo delle acque bianche. Subito anche i Comuni sono corsi ai ripari. A Maniace, la spazzatrice della ditta che esegue la raccolta rifiuti è stata impiegata a pulire la cenere, grazie ad una disposizione emanata dai Commissari prefettizi.
A Bronte, il Comune ha iniziato i lavori di pulizia in punti strategici tra cui la pista di elisoccorso, e le prossimità di scuole ed edifici pubblici. Il vicesindaco, Antonio Leanza, che coordina gli interventi, ha emanato un breve comunicato: «Stiamo provvedendo alla rimozione della cenere, i cittadini che puliscono terrazze e cortili, lascino i sacchi in strada che verranno raccolti. Vi ricordo che la cenere non va assolutamente messa tra i rifiuti indifferenziati». Ancora più grave la situazione a Maletto, il paese più colpito dall’evento. Strade piene e coltivazioni in ginocchio. «Proprio così – dichiara Salvo Mineo, titolare di una grossa azienda con diversi operai con campi di fragole e prodotti ortofrutticoli – dopo la pandemia e la neve, non mancava che questa. Purtroppo intere coltivazioni di cavolfiori e broccoli sono andati persi, e purtroppo a perderci siamo sempre quelli che cerchiamo di lavorare e dare lavoro. Speriamo che qualcuno attenzioni i nostri problemi».
Subito al lavoro il sindaco, Pippo De Luca, che oltre a mettere in campo uomini e mezzi sta cercando di avere aiuti necessari a superare l’emergenza: «Già di primo mattino –di – chiara –grazie al lavoro dei miei collaboratori abbiamo messi in campo bob cat e operai per rimuovere la cenere dalle strade. Grazie alle ditte prontamente intervenute, all’Ufficio tecnico e alla ditta che raccoglie i rifiuti i disagi sono stati ridotti al minimo. La terra è stata raccolta e stipata in un’area nei pressi del campo sportivo. Inoltre, gli operai del Comune hanno fatto il giro del paese per raccogliere i sacchetti di sabbia che la gente ha depositato in strada dopo avere pulito balconi e terrazze. Ho chiesto aiuto alla Regione, alla Città Metropolitana e alla Protezione Civile. Questo scherzo dell’Etna ci costa oltre 10 mila euro». Una zona che in una settimana è passata da un vestito “bianco” a “nera”. Luigi Saitta Fonte “La Sicilia” del 24-02-2021