L’Assessorato regionale Territorio ed Ambiente nei giorni scorsi aveva richiesto la revoca di un’autorizzazione rilasciata dal Parco ai Comuni di Bronte e Maletto. A seguito dell’incontro di stamane il dipartimento ha riconsiderato la sua posizione legittimando il provvedimento del Parco. “Abbiamo esposto le motivazioni dell’autorizzazione dimostrando la piena coerenza di questa ai regolamenti che normano l’area parco -dichiara il Presidente Carlo Caputo- non stiamo realizzando nuove piste o strade, stiamo solo consentendo (su proposta di due Enti Pubblici i Comuni di Bronte e Maletto) il transito a due minibus ecocompatibili, rammentiamo che su quelle piste, oggi, tra mezzi di operai forestali, mezzi di associazioni e mezzi di servizio, ogni giorno circolano circa 50 automobili (non di certo ecocompatibili); l’istituzione di un servizio con due minibus porterà ad una chiara conseguenza: passare da una media di 50 autoveicoli autorizzati a 2 minibus autorizzati. In quanto con l’istituzione di questo servizio minibus cadranno le motivazioni che oggi “obbligano” il parco a concedere singole autorizzazioni. Da ricordare che il servizio prevederà il monitoraggio e controllo elettronico degli accessi dei mezzi. Insomma, un servizio che servirà non solo ad offrire un quadro d’offerta di turismo sostenibile più ampio ma anche a ridurre (nei numeri reali) la presenza di veicoli a motore in area protetta, ringrazio l’assessore l’assessore Toto Cordaro per la disponibilità manifestata verso gli interessi del Parco”.
Presenti alla riunione, per l’assessorato il direttore Giuseppe Battaglia, i dirigenti Giuseppe Maurici e Giorgio Occhipinti; per il Parco dell’Etna il direttore Giuseppe Di Paola ed il Presidente Carlo Caputo; per il Comune di Bronte Antonella Cordaro ed il Sindaco Pino Firrarello; per il Comune di Maletto il Sindaco Pippo De Luca; presente il deputato etneo Giuseppe Zitelli, che ha appoggiato dal primo momento l’importante iniziativa. Il provvedimento era stato bloccato per una interrogazione della Deputata Grillina Gianina Ciancio, che sicuramente sconosceva le condizioni previste nelle autorizzazioni rilasciate, e che mai ha avuto interesse per il versante Nordovest dell’Etna. L’incontro è stato fondamentale, in quanto il presidente Carlo Caputo, e lo staff del Parco, hanno potuto chiarire come l’attività prevista, è LIMITATA E REGOLAMENTATA, ed in perfetta linea con i regolamenti del Parco.
La vera legittimazione del provvedimento verrà data dal TAR dove pende il ricorso delle Associazioni ambientaliste. Il provvedimento non sembra proprio rispettare le regole del Parco (solo i mezzi di servizio possono accedere alle zone A e B), tanto è vero che l’Ass.to Territorio e Ambiente ne aveva richiesto la revoca (l’attuale dietrofront poco sembra aver a che fare con ragioni di legittimità). Nelle dichiarazioni di Caputo mi sembra ci siano alcune incongruenze con l’atto di autorizzazione: le due corse sono nell’atto “tre e/o due”, non si parla di minibus ma di mezzi utili al trasporto di “120 persone/giorno” e ai quali per essere ecocompatibili basterà essere Euro 6. Caputo sembra cosciente della poca consistenza della legittimità del provvedimento, tanto è vero che sente il bisogno di cercare altre motivazioni, come quella che, in tal modo, si risolverebbe la questione degli accessi delle macchine dei forestali. Non solo nell’autorizzazione non si parla di questo eventuale utilizzo, quasi fosse un autobus di linea, ma si parla esclusivamente di “Autorizzazione per attività economica con finalità turistica”. Non si sa inoltre di accordi con il Corpo Forestale in tal senso, né immagino possano esserci, non solo perché hanno le loro regole, ma soprattutto perché gli operai in questione lavorano su territori molto più ampi di quello previsto dal percorso autorizzato. Se Caputo ritiene, giustamente, che quell’eccesso di automezzi debba essere limitato (magari attuando prima un serio e non occasionale monitoraggio), avrebbe dovuto provare ben prima a fare qualcosa (e avrebbe avuto dalla sua anche le Associazioni ambientaliste) e non usare oggi l’argomento come giustificazione dell’atto autorizzativo.