C’è anche un randazzese tra i 17 arrestati dai Carabinieri di Messina all’alba di ieri. Massimo Longhitano, 40 anni, è finito in carcere per tentata estorsione. L’indagine della Dda di Messina, sfociata nel blitz, ha portato all’individuazione di un gruppo che gestiva le estorsioni a Scaletta Zanclea, Itala e Giampilieri, devastati dall’alluvione che nell’ottobre 2009 ha causato 37 morti e centinaia di sfollati. Scoperta anche una fitta attività di spaccio di droga, con i pusher che si rifornivano a Catania. L’indagine dei carabinieri è partita nell’aprile 2011, dopo l’attentato intimidatorio ad un’impresa nebroidea impegnata nei lavori di urbanizzazione appaltati, per circa due milioni di euro, dal Comune di Itala. I carabinieri hanno individuato i responsabili che, oltre a chiedere il 3% dell’appalto a quell’impresa, avevano imposto la concessione di un subappalto di lavori a persona vicina. Vittima una ditta catanese cui erano stati affidati dalla Protezione civile i lavori di ripristino delle aree alluvionate a ottobre 2009. Appalto da un milione e 800 mila euro. Longhitano sarebbe stato il contatto tra l’impresa catanese e i messinesi responsabili dell’estorsione, un ex camionista con precedenti penali ed un altro soggetto già noto agli investigatori.
Alessandra Serio Fonte “La Sicilia” del 22-06-2013