Si interverrà con decisione e in tempi rapidi, provando ad ascoltare tutti e mettendo in campo soluzioni di buonsenso. Questi i segnali che l’assessorato regionale al Turismo sta mandando al comparto delle professioni turistiche e delle associazioni naturalistiche ed escursionistiche. Comparto percorso da inquietudini e proteste scatenate dall’accoppiata di provvedimenti sulla creazione delle guide di media montagna (gmm) e la perimetrazione territoriale che, sull’Etna, delimita l’ambito d’azione professionale d’esclusiva competenza delle guide vulcanologiche. Atti varati dall’ex assessore Anthony Barbagallo, finiti nel mirino di “sigle” molto attive sul vulcano e nel resto dell’Isola come l’Associazione italiana guide ambientali escursionistiche (Aigae). C’erano i rappresentanti di questo e altri gruppi come Legambiente all’incontro di lunedì a Palermo, primo step compiuto dal nuovo assessore Sandro Pappalardo per affrontare la querelle. C’erano anche le guide alpino vulcanologiche, che invece i decreti di Barbagallo vorrebbero tenerli in vita, giocando sulle prerogative assegnate loro dalle normative nazionali. I dubbi sulla legittimità degli atti, evidenziati con veemenza da Aigae, restano in piedi: la perimetrazione impedisce alle guide ambientali di lavorare su percorsi etnei non di tipo alpino e finora sempre frequentati liberamente da turisti e professionisti: le Gmm sembrano non inquadrare il nuovo tipo di figura come farebbe la categoria già esistente altrove degli accompagnatori di media montagna, chiudendo anche alle spinte liberalizzatrici della legge 4/2013 sulle professioni non organizzate. Pappalardo, in base a quanto emerge dalle interlocuzioni, vuole prima avere contezza delle proposte concrete delle “sigle”, anche con un tavolo tecnico, per poi decidere. Sulla perimetrazione tanto cara alle guide vulcanologiche, l’ipotesi della revoca in autotutela del decreto (già auspicata peraltro dal nuovo consulente dell’assessore per le questioni etnee, il geologo Carlo Cassaniti) è sul tavolo, ma la scelta finale dovrebbe arrivare non prima della richiesta di un parere all’ufficio legislativo della Regione. “Siamo fiduciosi, l’assessore ci sembra voglia fare chiarezza – commenta Giuseppe Amato, responsabile aree protette di Legambiente – sull’Etna gli unici divieti da porre sono quelli legati alla pericolosità e se il vulcano è pericoloso, lo è per tutti, non solo per le guide naturalistiche”. Francesco Vasta Fonte “LA Sicilia” del 15-12-2017