«Quali sono stati i criteri tecnico scientifici per definire l’area rossa?». Se lo chiede il geologo e docente di Normativa geologica Carlo Cassaniti, intervendo nel dibattito sulla nuova perimetrazione – varata con decreto dell’ex assessore regionale del Turismo Anthony Barbagallo a fine ottobre – che regola sull’Etna gli ambiti di attività di guide vulcanologiche e guide di media montagna (Gmm). Per il lancio di quest’ultima neonata figura professionale –autorizzata a lavorare su sentieri turistico-escursionistici di Sicilia non di competenza delle guide alpino-vulcanologiche già esistenti – si è reso necessario mettere nero su bianco una sorta di spartizione, appunto «l’area rossa», montana. Grossomodo, dai 1900-2000 metri in su – comprese zone frequentatisssime come Schiena dell’Asino e, a nord, i crateri del 2002 non segnati però sulla mappa adottata dall’assessorato, che sembra risalire a prima del 2001 – l’accompagnamento professionale resta appannaggio delle guide vulcanologiche; dai 1900 metri in giù via libera a chi verrà iscritto nel nuovo elenco Gmm. Voluto dalla Regione per arginare il fenomeno delle guide abusive. Perimetrazione che fa discutere, mal interpretata da qualche appassionato che vi ha letto limitazioni per l’escursionismo libero. Che resta però tale: al momento – ad esempio a Etna sud – chiunque può spingersi fino a quota 2700 metri senza obbligo di guida, come stabilito dall’ultima ordinanza del Comune di Nicolosi sull’accesso alla zona sommitale. Dunque, nessun divieto per i singoli escursionisti, salvo che le prescrizioni di protezione civile. I dubbi però sugli ambiti di attività dei due tipi di guide restano e Cassaniti – che da esperto, a Nicolosi, ha lavorato al protocollo d’intesa fra Comuni sul sistema di accesso all’area sommitale –si spinge a chiedere al presidente Nello Musumeci la «sospensione in autotutela» del decreto Barbagallo. «Non si conosce la composizione istituzionale del tavolo tecnico e soprattutto i metodi e criteri tecnico scientifici che hanno portato alla perimetrazione su una base cartografica non aggiornata – dice il geologo – non si comprende se hanno partecipato ai lavori del documento tutti i comuni delle aree sommitali, né se il Parco dell’Etna, che di recente ha regolamentato la fruizione, abbia espresso parere motivato. L’argomento – conclude Cassaniti – doveva essere trattato dall’Ars coinvolgendo in modo più chiaro il territorio». FRANCESCO VASTA Fonte “La Sicilia” del 24-11-2017