Si svolgerà questo pomeriggio alle 16,30, in Prefettura a Catania, il vertice fra i sindaci dei Comuni dell’Etna, il cui territorio raggiunge le sommità del vulcano. L’incontro segue quello già effettuato il 22 marzo scorso, quando il prefetto chiese ai sindaci di sottoscrivere un protocollo d’intesa per ottimizzare la rete di protezione civile in caso di eruzioni nell’intera cintura dell’Etna. In uell’occasione, però la seduta fu aggiornata perché i sindaci di Randazzo, Bronte e Maletto posero una severa condizione: “Prima verifichiamo chi e per quale motivo percorre le piste della sommità del Vulcano – dissero chiaramente – e poi siamo pronti a sottoscrivere un protocollo di Protezione civile con tutti i Comuni dell’Etna. Se le strade dell’Etna sono percorse solo da personale di soccorso e Protezione civile. quindi preparato a affrontare questo tipo di tracciato, siamo d’accordo. Se, invece, vi passano turisti o mezzi per garantire loro dei servizi, riteniamo che sia necessario approfondire l’argomento”. Il riferimento è alla pista altomontana che da Torre del Filosofo a Nicolosi raggiunge Piano delle Concazze a Linguaglossa, sfiorando il cratere centrale, pista che i sindaci sospettano sia stata percorsa da flotte di turisti senza che i Comuni interessati ne abbiano né contezza né ricavi- I sindaci, inoltre, prima di sottoscrivere il documento, intendono ottenere chiarimenti sulle attività che si svolgono nel loro territorio sulla sommità del vulcano, mostrando una nota inviata loro l’8 settembre del 2016 dal direttore reggente del Parco dell’Etna, Tiziana Luccesi. Nella nota si evince che, dopo un sopralluogo effettuato dal personale dell’Istituto ripartimentale delle Foreste di Catania, proprio su questa pista sono state divelte le tabelle che avvertono sul rischio vulcanico e sono stati asportati i picchetti di delimitazione del territorio del Comune di Castiglione di Sicilia. Inoltre, si legge che nel territorio di Bronte “è stato rilevato un intervento che ha determinato una traccia per circa 400 metri, al fine di allargare il preesistente sentiero pedonale rendendo possibile l’accesso a mezzi fuoristrada (così come riscontrato da tracce preesistenti). Lavori che non sono stati autorizzati”. Per i sindaci la questione non è solo legata allo sfruttamento del turismo, ma anche alla Protezione civile, oggi in argomento in Prefettura. La dottoressa Lucchesi nella stessa nota, infatti, scrive: “Le situazioni antigiuridiche rilevate impediscono la conoscenza delle condizioni di rischio, pregiudicando le condizioni di sicurezza”. Fonte “La Sicilia” del 30.03.2017