“Con un tratto di penna sono stati esclusi dall’Etna centinaia di professionisti che da anni operano nel turismo”. Violetta Francese, coordinatrice regionale dell’Aigae – Associazione italiana Guide ambientali escursionistiche – attacca senza remore la discussa perimetrazione che riserva un’ampia porzione del vulcano all’attività delle guide alpine e vulcanologiche etnee. Scelta dell’ex assessore del Turismo Anthony Barbagallo che sta facendo discutere perché, dicono, rende impossibile – ad altre guide – operare sull’Etna dai 2000 metri in su. Non solo, dunque, in area sommitale, ma anche in zone più a bassa quota da sempre meta per coloro che, pur non essendo guide vulcanologiche, accompagnano escursionisti sul vulcano per mestiere. E a supporto dei siciliani arriva anche il presidente nazionale Aigae, Stefano Spinetti, invocando l’intervento del presidente Nello Musumeci: “Il decreto della passata Giunta va ritirato – afferma annunciando un ricorso alla giustizia amministrativa – da una prima analisi l’atto violerebbe la Costituzione in materia di potestà legislativa sulle professioni e il diritto comunitario e nazionale in tema di libera concorrenza, realizzando un ingiustificato vantaggio per alcune categorie a scapito di altre”. “Si è fatto un regalo alla casta della montagna – accusa ancora Francese – l’ex assessore ha realizzato un perimetro amplissimo all’interno del quale i turisti che vorranno avvalersi di una guida dovranno rivolgersi esclusivamente alle guide alpino – vulcanologiche”. Critiche pesantissime a cui, per il momento il Collegio regionale delle guide non replica. Incontrando nel frattempo il Parco dell’Etna, competente per la fruizione del vulcano ma che, sulla vicenda, pare non abbia giocato alcun ruolo. Francesco Vasta Fonte “La Sicilia” del 29-11-2017