Ogni tre giorni si verifica un femminicidio. E l’obbligatorietà di emettere una condanna severa purtroppo appare inutile. Il dato tragico, con l’amara riflessione, lo ha citato l’avvocato generale Angelo Busacca nel chiedere la conferma dell’ergastolo a carico di Filippo Asero, imputato per aver ucciso l’ex moglie Ada Rotini. La massacrò con decine e decine di coltellate in strada, l’arma bianca colpì anche l’anziano che la donna accudiva e che aveva portato con sè quasi come schermo difensivo. Come se sapesse che gli potesse succedere qualcosa. Ma neanche la presenza del nonnino fermò la furia assassina di Asero, che fu bloccato da un carabiniere mentre tentava di colpire sé stesso. Era il 2021. «Confermare la pena dell’ergastolo emessa dalla Corte d’Assise in ragione delle aggravanti. Asero ha agito in danno del coniuge per futili motivi con crudeltà e con precedenti maltrattamenti». Questa in sintesi è stata la richiesta di Busacca al collegio d’appello. Il pg, nella requisitoria, ha evidenziato in particolare l’inesistenza di motivi per poter concedere all’imputato le attenuanti generiche. Si sono associati alla richiesta della procura generale i legali delle parti civili: l’avvocato Giuseppe Cultrera per i familiari di Ada, Antella Corrado per il comune di Bronte, Samantha Lazzaro per Cristina Minissale, Laura Farkas per Telefono Rosa Bronte, Valeria Sicurella per l’associazione Thamaia, Grazia Maesano per Working Progress.
Infine ieri ha preso la parola il difensore dell’imputato, l’avvocato Mario Gaetano Schilirò, che ha voluto ribadire alla Corte che il reato di maltrattamenti non era sussistente, infatti il pm che aveva trattato il caso in primo grado aveva chiesto l’archiviazione per mancanza di riscontri. Inoltre il legale ha ricordato nella sua arringa che la vittima non sarebbe stata aiutata quando ne avrebbe avuto bisogno. La difesa ha insistito per il riconoscimento delle attenuanti generiche. Il processo d’appello si era aperto con la richiesta di una perizia psichiatrica da parte di Schilirò, che però fu rigettata dai giudici di secondo grado con una articolata e motivata ordinanza. La Corte d’Assise d’Appello, presieduta da Elisabetta Messina con giudice a latere Stefania Scarlata, ha aggiornato il processo al 13 febbraio 2025 per eventuali repliche e camera di consiglio per il verdetto. Laura Distefano Fonte “La Sicilia” del 13-11-2024