La legge sulle ferrovie turistiche apre nuovi scenari per la tratta Alcantara – Randazzo, ma la cecità delle amministrazioni locali e degli enti preposti, che hanno ruoli significativi, sembra patologica nell’evoluzione del sistema territoriale di mobilità valligiano. Negli anni, ad assumersi la titolarità della ripartenza della tratta, secondo le tradizionali dialettiche che si affrontano su questi aspetti, diversi “attori” hanno palesato la volontà di creare un’occasione non indifferente di approfondimento e attualità, legata ad un percorso infrastrutturale aria, acqua, fuoco e terra sensazionalistico, realizzato teoricamente su riflessioni strategiche importanti. Ad oggi a radicarsi non sono stati la cultura politica, gli interventi concreti e amministrativi ma una quantificazione di problemi, anche burocratici, che hanno finito per dare spazio ad un faraonico degrado che depotenzia il ruolo importante di una strada ferrata che, se salvaguardata, sarebbe in grado di reggere meglio le sfide del futuro. L’Associazione Ferrovia Valle Alcantara, a riguardo sottolinea che “La legge 128/2017, approvata definitivamente dal Senato nell’agosto 2017, recante disposizioni per l’istituzione di ferrovie turistiche con il reimpiego di linee in disuso o in corso di dismissione situate in aree di pregio naturalistico o archeologico, ha riacceso le speranze sul ripristino ai fini turistici della ferrovia Alcantara-Randazzo – si legge nel documento dell’Associazione – tale legge identifica subito 18 linee da classificare come turistiche in tutto lo Stivale, tra le quattro individuate in Sicilia figura proprio l’Alcantara – Randazzo. Per fare in modo che la riconversione in chiave turistica si possa concretizzare, è necessario che gli enti locali facciano fronte comune e richiedano alle autorità regionali la redazione di un progetto di ripristino ai fini turistici redatto di concerto con Rfi e Fondazione Fs, per il successivo finanziamento da parte del Ministero dei Trasporti.
E il Parco Alcantara, da sempre interessato alle sorti di questa ferrovia, potrebbe giocare un ruolo importante”. Il Gruppo Ferrovie dello Stato ha espresso la volontà di gestirla una volta eseguiti i dovuti interventi di ripristino. «La nostra associazione ha effettuato sulla linea un sopralluogo con gli ingegneri della Fondazione Fs – sottolineano i soci – è emerso che gli interventi di recupero come ferrovia turistica sarebbero di gran lunga meno onerosi di una ferrovia commerciale». Allo stato attuale il Ministero dei Trasporti ha approvato l’aggiornamento al contratto di Programma di Rfi 2018/2019 secondo il quale sono stati individuati 114 milioni di euro, e di questa cifra 34,8 milioni sono indirizzati al ripristino delle condizioni di circolabilità sulla ferrovia Alcantara Randazzo. Torneranno a fischiare i treni? O si vorrà dare aprioristicamente vita a ciclovie su rotaie? Alessandra Iraci Tobbi Fonte “La Sicilia” del 20-07-2021