Lunedì inizieranno le opere per il ripristino dei primi 3 km della storica ferrovia “Alcantara Randazzo” e già sono scoppiate le proteste di quanti da anni puntano a una via ad esclusivo indirizzo naturalistico. «È questo un progetto monco – sostiene in proposito il presidente di “Patrimonio Sicilia”, Eddy Tronchet in una nota – privo di una visione a lungo termine, voluta da soggetti con scarsa visione programmatica che danneggerà irrimediabilmente l’unica alternativa per la valorizzazione turistica dell’intera Valle dell’Alcantara. Accettare che la tratta ferroviaria giunga a Motta Camastra o a Francavilla, nella più utopica delle ipotesi, sapendo perfettamente che poi non arriverà mai a Randazzo, dimostra l’assoluta miopia di quei soggetti che amministrano il territorio, essendo alla base di scelte politiche ed economiche dissennate. Invito ancora una volta alla ragionevolezza nella considerazione che un progetto dalla natura incompleta e incoerente non rechi alcun beneficio allo sviluppo della Valle e del Parco fluviale dell’Alcantara. Il progetto di una tratta di pochi chilometri appare semplicemente scriteriato e anacronistico. Le greenways sono, invece, all’avanguardia in tutta Europa con uno straordinario trend in crescita che spesso determina una destinazione di viaggio. La greenway dell’Alcantara sulla vecchia tratta ferroviaria Taormina-Randazzo è in assoluto il progetto più intelligente e appropriato alle necessità di una crescita turistica ed economica dell’intera Valle dell’Alcantara».
Insomma si mette sul piatto la proposta di una grande e bellissima via turistica che con numerose gallerie, ponti stupendi e stazioni ferroviarie rappresenta la proposta adeguata di un prodotto consono alle richieste del mercato turistico attuale. La greenway, secondo Tronchet, diventerebbe la spina dorsale di un sistema di rete unificato per scoprire le straordinarie bellezze di un territorio ancora incontaminato, ricco di suggestioni, di luoghi della storia, di siti archeologici, di paesaggi mozzafiato e di una sentieristica con l’entroterra tra Peloritani, Nebrodi e l’Etna, che farebbe di questo percorso un unicum in Sicilia. In ogni caso il piano per la ferrovia è ormai giunto ad un punto che sembra essere di non ritorno. MAURO ROMANO Fonte “La Sicilia” del 12-11-2022