BRONTE (CATANIA) – Nel giorno in cui arriva la conferma ufficiale che non sarà ricandidati alle elezioni Politiche, il senatore Pino Firrarello, sindaco di Bronte, conferma il fatto che quando decide di parlare, beh non risparmia nessuno. Ma si deve partire dalla premessa sulla sua mancata ricandidatura per cogliere tutto il senso dei giudizi che vengono dopo. “Da tempo avevo deciso di non ricandidarmi, lo dico da almeno un anno e lo sapevano tutti. Avrei cambiato idea soltanto se si fosse votato con le preferenze, perché sarebbe stato interessante, a quel punto, confrontarsi su quel piano anche all’interno del mio partito. Invece siamo sempre a quel sistema elettorale e devo vedere ricandidato un personaggio come Antonio Martino, certamente preparato nel suo campo ma politicamente inconsistente o la signora Prestigiacomo, che non rappresenta nulla di nulla. A questo punto me ne vado”. Insomma scelta maturata nel tempo, ma non senza strascichi polemici per chi, dice Firrarello, da anni si fa trainare. E ora?
“Ora assistiamo a gente che cambia casacca, che scappa qua e là pur di salvare un posto, senza un minimo di coerenza. Hanno ragione i cittadini a mostrarsi indignati. Ed è colpa anche di chi avrebbe potuto cambiare la storia di questo Paese, facilitando il rinnovamento ma non lo ha fatto”. Firrarello sponsor del ricambio generazione e di una sfida Alfano-Renzi. “Incarnano il nuovo, con dinamiche e tempi e linguaggi moderni, invece il centrosinistra ripropone Bersani che, certamente, ha un suo stile, ma non incarna certo il desiderio di rinnovamento, quella marcia in più che vorrebbe il Paese”. Il serio, rigoroso, forse un po’ grigio, secondo Firrarello, segretario del Pd da una parte, il Cavaliere dall’altro. Berlusconi? “Imbattibile. In campagna elettorale, dico. Come presidente del Consiglio ha già dimostrato quanto vale e quante lacune, purtroppo, ha. Non credo proprio che potrebbe dare e fare di più adesso, quel che aveva da dare lo ha dato”. Quasi quasi tranchant anche con il Cavaliere, Firrarello non fa sconti. “Sono cose che penso e che dico da tempo – spiega ancora – certo non mi si potrà dire di tirarle fuori adesso”. Ma avrà influito sulla scelta finale anche il fatto che nell’alveo del Pdl è tornato a scorrere anche il torrente autonomista di Raffaele Lombardo? Dopo tanti scontri, anche feroci… “Lombardo? Anche questo era scritto, guardate, non mi ha sorpreso per niente. E lui, del resto, ha una casacca per ogni occasione, per ogni circostanza e per ogni alleanza. Ma come può essere ancora, anche vagamente, credibile questa politica?”. Per Pino Firrarello il fenomeno più inquietante di queste ore è il bussare di molti alla porta di Rosario Crocetta. “Non giudico ancora il lavoro del presidente della Regione, perché ha cominciato da poco, ma mi stupisce vedere tanti personaggi che ieri erano attaccati da Crocetta, accorrere oggi dal governatore, chiedere rifugio. E’ un segno dei tempi anche questo, un brutto segno”. Firrarello entra nella sua stanza di sindaco, si siede e annuncia: “Starò qui altri due anni e mezzo, per fare ancora cose positive per Bronte. E continuerò a fare politica, a livello provincia, con gli amici. Certo non mi ritiro?”. Ma che fa, senatore, sta pensando di candidarsi alla Presidenza di Palazzo Minoriti? “Ma che fa lei, scherza. Manco per sogno. Ruoli istituzionali basta. Davvero basta”.
Fonte La Siciliaweb