IL PARCO DELL’ETNA PERDE IL RICORSO CONTRO LA SOCIETA’ PROPRIETARIA DELLA FUNIVIA
Oltre 10 anni di battaglie per la vicenda controversa sull’esproprio dei terreni che ha visto in opposti il Parco dell’Etna spa. La sentenza pronunciata dal Consiglio di Giustizia Amministrativa, ha confermato in toto la sentenza di 1° grado del Tar di Catania, vedendo così definitivamente soccombere l’Ente Parco dell’Etna, condannato anche al pagamento delle spese legali. Una vicenda che risale tra il 97 e il 99, quando il Parco approvò un progetto di esproprio che prevedeva aree interessate dalla procedura ablativa di proprietà della Funivia dell’Etna. Già un primo ricorso sulla illegittimità della procedura, vide vincere i privati con sentenza del Cga, che con una sentenza (2003) annullò integralmente gli atti della procedura. Successivamente, nel 2003, l’Ente ripropose la procedura espropriativa prevedendo, in modo singolare, l’esproprio non solo delle zone A ma anche di vaste porzioni di zone B e perfino di zone C. Da quel momento anche per effetto di numerosi decreti di esproprio che si sono succeduti e reiterati negli anni, la Funivia avanzò ricorso al Tar Catania che con sentenza di 1° grado, condannò il Parco, annullando integralmente la procedura espropriativa e restituendo le aree al legittimo proprietario. Poi l’impugnazione in appello del Parco che la sentenza del Cga ha respinto in via definitiva, nel merito (infondato). L’Avv. Nicolò D’Alessandro, legale di Funivia dell’Etna, afferma: Il tentativo del Parco di sfuggire alle norme sul procedimento amministrativo escludendo i privati dalla possibilità di interloquire sulle scelte delle aree dei tempi e dei modi dell’espropriazione, ha condotto a questa conclusione disastrosa per le finanze dell’Ente; viceversa una scelta più legittima, tale da consentire la partecipazione collaborativa dei privati, avrebbe permesso di coniugare la cura dell’interesse pubblico con le iniziative di quei privati che tentano, tra mille difficoltà, di promuovere l’uso consapevole della montagna e lo sviluppo economico”. Il dott. Francesco Russo, amministratore unico della Società, esprime la sua soddisfazione: “E’ stata fatta giustizia! Una travagliata vicenda, che ha visto costretto a difendersi prima mio padre e poi il sottoscritto. Ad oggi non comprendo le ragioni di tanto accanimento nei confronti di Funivia dell’Etna. Già mio padre aveva avanzato tante proposte transattive e di pacificazione, proponendo perfino la cessione gratuita delle aree in Zona A e la restituzione di quelle in zona B e C su cui l’Ente non ha autorità, per espropriarle. Ma a tutte le proposte è stato sempre risposto picche. Poi la tragica vicenda della sua scomparsa che ha visto un incomprensibile inasprimento nel dialogo con l’Ente soprattutto con la presidente Marisa Mazzaglia alla quale io, sulla strada tracciata da mio padre, ho reiterato le proposte transattive, producendone altre pur di addivenire a soluzioni concertate. I risultati? Sempre porte in faccia e richieste vessatorie”. Russo lancia un appello: “La vicenda deve far riflettere chi deve guidare enti come il Parco, il cui scopo è quello di tutelare un patrimonio dell’Umanità”. Umberto Teghini Fonte “La Sicilia” del 28-12-2016