Digitalizzato il maxi processo del risorgimento italiano su «I fatti di Bronte del 1860», che coinvolse 360 imputati e oltre 500 testimoni. L’acquisizione fotografica integrale dei 15 volumi, per un totale di 7609 scatti, è stata eseguita dall’associazione «Bronte Insieme onlus», che giovedì ha consegnato all’Archivio di Stato di Catania la versione digitale del fondo cartaceo del «Processo di Bronte». Il presidente della onlus, Nino Liuzzo, soddisfatto per l’obiettivo raggiunto, ha commentato: «Ci auguriamo che questa riproduzione e digitalizzazione del fondo serva a meglio conservarlo, per le future generazioni, e a migliorarne e incrementarne la fruibilità e una maggiore valorizzazione». Il progetto, risalente a 3 anni fa, all’Archivio di Stato etneo ha trovato il favore sia della precedente direttrice, dottoressa Maria Nunzia Villarosa, sia di quella attuale, dottoressa Ivana Vacirca, le quali, per attuarlo, si sono avvalse sempre della collaborazione della dottoressa Laura Cicola, esperta archivista. Durante la spedizione dei Mille, come in altri comuni dell’Isola, a Bronte ci fu una sommossa popolare e 16 «galantuomini», legati alla ducea Nelson, dal 2 al 5 agosto 1860 furono trucidati dai rivoltosi (sotto il cui fuoco, per errore, patì pure uno di loro). Ne scaturì, fra gli altri, un maxi processo – forse il primo dell’Italia appena unita, visti i 360 imputati e gli oltre 500 testimoni – che la Corte di Assise di Catania concluse con 35 condanne (sentenza 12 agosto 1863), di cui 23 ergastoli (lavori forzati a vita).
Nell’immediatezza, ma a tumulti cessati e colpevoli fuggiti, va ricordato che proprio nel centro etneo vi era stato un processo sommario della Commissione mista eccezionale di guerra (sentenza 9 agosto 1860). Ne seguì, l’indomani del verdetto, la fucilazione di cinque brontesi davanti al convento San Vito di Bronte, su ordine di Nino Bixio; il quale negò la grazia a Nunzio Ciraldo Frajunco, il pazzo salvatosi dalla scarica del plotone d’esecuzione, e fece giustiziare anche l’avvocato Nicola Lombardo, antiborbonico e noto capo dei liberali. Tornando alla digitalizzazione, fra incontri propedeutici e note restrizioni sanitarie, a novembre del 2022 il presidente Liuzzo ha formalizzato la necessaria richiesta e, l’anno scorso a marzo, l’Archivio di Stato ha concesso alla onlus (che cura il noto sito internet bronteinsieme.it) l’autorizzazione, con i pareri favorevoli del «Comitato tecnico-scientifico per gli archivi» e della «Direzione Generale Archivi» del Ministero della Cultura di Roma. LUIGI PUTRINO Fonte GDS CLICCA QUI PER LEGGERE TUTTO L’ARTICOLO