Seconda diffida alla ditta incaricata di concludere i lavori di ristrutturazione dell’Ospedale Castiglione Prestianni di Bronte da parte dell’Asp 3 di Catania. I lavori, consegnati nell’ormai lontanissimo 2007, sono stati sospesi dopo appena qualche anno perché la ditta che se li era aggiudicati è finita in amministrazione controllata. Dopo un iter lunghissimo, che ha visto il coinvolgimento anche dell’Agenzia nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata, l’Asp, nel mese di giugno dello scorso anno, ha redatto il verbale per la ripresa, assegnando alla stessa impresa il compito di completare l’ospedale. Da allora solo interventi di pulizia dei locali. Di operai neanche l’ombra nonostante gli appelli del sindaco, Pino Firrarello, che sia sui media sia al Prefetto, ha lanciato l’allarme, preoccupato che l’enorme ritardo accumulato non permettesse più alla ditta di rispettare il contratto. Già una volta l’Asp ha effettuato una prima diffida che a quanto pare non ha sortito effetti. Adesso l’Azienda sanitaria ha prodotto una seconda diffida, intimando la ditta a «voler intraprendere, con la massima celerità, i lavori, atteso che sono trascorsi oltre 10 mesi dalla data di sottoscrizione del verbale di ripresa delle opere».
Nella diffida l’Asp minaccia di intraprendere tutte le necessarie attività facendo intendere che non c’è soltanto il danno del mancato completamento dei lavori, ma anche la mancata erogazione di una «ottimale ed efficiente attività sanitaria». Vista la situazione Firrarello non le manda certo a dire: «Sono mesi che lancio l’allarme. So che l’Asp è al lavoro per risolvere il problema, ma la verità è che in primis l’Agenzia per i beni confiscati alla mafia avrebbe dovuto meglio gestire la fase post sequestro, favorendo il completamento dell’opera. E’ anche colpa loro se ci troviamo in questa situazione. Invece, come accade per molte opere pubbliche della nostra Sicilia, continuiamo a non garantire celerità nella realizzazione di un’opera importante e di grande interesse collettivo come un ospedale. Certo anche la Regione avrebbe potuto fare qualcosa di più. Questo ospedale va completato per il bene di un vasto territorio montano». Fonte “La Sicilia” del 19-05-2023