Aumentano i casi Covid nel versante nord-ovest dell’Etna a fronte anche di un minore numero di tamponi processati. È la “fotografia” dell’andamento della pandemia nei comuni di Bronte, Randazzo, Maletto e Maniace a circa 10 giorni dalla fine delle festività pasquali, quando diversi sono stati i momenti conviviali, con la maggior parte della gente desiderosa di riprendere le abitudini accantonate a causa del virus. I dati ufficiali del primo maggio, giorno in cui il Governo nazionale ha decretato la fine di gran parte delle restrizioni, ci dicono che a Bronte i casi Covid erano 195 e quindi 16 in più rispetto al 13 aprile. A Randazzo invece erano 88, ovvero 5 in più ed a Maletto 30, con la città delle fragole che in percentuale ha presentato l’aumento maggiore rispetto all’ultima rilevazione, ovvero ben 14 contagiati in più. Dati che potrebbero sembrare poi non così importanti se non fosse per il fatto che l’Usca ha effettuato meno tamponi rispetto a prima di Pasqua. Il virus quindi circola con maggiore velocità ed efficacia. E se la gente, grazie all’eliminazione di buona parte delle prescrizioni, da una parte comincia ad assaporare il piacere di tornare alla normalità, medici e virologi dall’altra continuano a predicare prudenza.
Il Covid, infatti, non è stato sconfitto e l’eliminazione delle restrizioni è dovuto solamente al fatto che adesso, grazie principalmente ai vaccini, il virus è socialmente sostenibile. La gran parte dei contagiati poi ha sintomi tutto sommato lievi, con qualcuno che ha registrato febbre anche alta per alcuni giorni, senza eccessive complicazioni di natura polmonare. Il pericolo per gli anziani ed i fragili comunque resta. Per questo i medici continuano a consigliare di completare il ciclo vaccinale, di usare la mascherina quando si è costretti ad assembrarsi e di continuare a mantenere quegli atteggiamenti di prudenza, ormai comuni da due anni. Fonte “La Sicilia” del 04-05-2022