Come ampiamente previsto (e scritto) la campagna antincendio lanciata a giugno dalla Regione resta solo sulla carta, mentre è molto diversa la situazione sul campo, con il fuoco protagonista, ieri, a Castiglione, Maletto, Bronte e Randazzo. Complice il gran caldo di questi giorni, e un vento di scirocco che ha alimentato le fiamme, sono stati centinaia gli ettari che sono stati distrutti. In pieno Parco dell’Etna, tra vigneti, frutteti e molti terreni abbandonati che spesso sono la causa per invogliare i piromani a dare fuoco. Anche ieri il solito copione, diversi focolai partiti a distanza di pochissimi minuti l’uno dall’altro, a chilometri di distanza. I vigili del fuoco volontari del distaccamento di Linguaglossa sono intervenuti ieri alle 16,30, in via Magenta, a Solicchiata, per un incendio divampato in un’abitazione a causa di una favilla di un rogo divampato in precedenza nella stessa zona. Le fiamme hanno danneggiato il tetto di legno della casa. I pompieri si trovano a Solicchiata per altro incendio che minacciava le abitazioni.
I focolai sono partiti da contrada Barbotte a Maletto, e poi in rapida successione, in contrada Tartaraci, dal lato della SS.284, e nella stessa contrada, nel lato a valle e più vicino alla zona Gurrida. Infine, altro focolaio, a Murazzo Rotto, alle porte di Randazzo, nei pressi di alcune abitazioni. Sul posto sono intervenuti i vigili del fuoco di Maletto e Randazzo, oltre a diverse squadre della Forestale di Randazzo, Maletto e Bronte. Ma il terreno impervio, con alcuni tratti poco accessibili dai mezzi, ha favorito l’avanzamento delle fiamme, tanto da rendere necessario l’intervento di un elicottero della Forestale, e anche dei Canadair che hanno eseguito diversi lanci. Una guerra impari, che ha visto impegnati dalle 11 del mattino, fino a sera, le squadre accorse in loco. In queste zone, oltre a vigneti e uliveti, sono presenti anche molte case ormai divenute residenze estive dei proprietari, che ieri hanno avuto dei momenti terribili proprio per le fiamme che minacciavano i loro possedimenti.
Alla fine danni limitati solo alla bella vegetazione, con diversi alberi andati in fumo. Ogni anno, infatti queste zone vengono interessati da mega incendi, che puliscono i terreni dagli arbusti e che favoriscono la crescita di erba fresca dopo le prime piogge. LUIGI SAITTA Fonte “La Sicilia” del 04-08-2019