Danni enormi, e una superficie di oltre mille ettari percorsa e devastata dalle fiamme. È il triste bilancio del pesante incendio scoppiato in più punti il sabato intorno a mezzogiorno e che ha devastato diverse contrade tra Bronte e Randazzo. Le fiamme partite da contrada Tartaraci, spinte dal forte vento che in alcune zone superava gli 80 km orari, sono salite verso l’Etna bruciando le contrade Tartaraci, Monticelli, Dagala Longa, Monte Spagnolo, Gurrida e tante altre. Vani i tentativi di arginare le fiamme da parte delle squadre antincendio di Bronte, Maletto e Randazzo e dei vigili del fuoco di Maletto e Randazzo. Il fuoco ha superato con facilità anche la Statale 284, larga quasi 8 metri, e ha attaccato la zona a monte della Statale in pieno Parco dell’Etna. Solo l’intervento dei mezzi aerei, in particolare 3 elicotteri e 2 canadair, hanno permesso che l’incendio fosse domato. Un lavoro lungo, con le fiamme che durante la notte di sabato sono avanzate sul pendio dell’Etna, con gli addetti antincendio della forestale e i vigili del fuoco che non si sono risparmiati neanche al buio, intervenendo in prossimità di abitazione per impedire che venissero attaccate dalle fiamme.
Impossibile, invece, operare nella parte alta per la mancanza di strade adeguate e per la mancanza delle necessarie condizioni di sicurezza nelle ore notturne che hanno impedito anche l’intervento aereo. Solo ieri mattina, intorno alle 7, l’arrivo di un elicottero della Forestale e di un canadair ha fermato il lungo fronte dell’incendio. Anche se, durante il giorno, gli uomini della Forestale sono stati impegnati a controllare piccoli focolai e per le opportune opere di bonifica. Danni enormi, tra cui macchia mediterranea e anche qualche caseggiato rurale semi abbandonato. Un rogo sicuramente doloso, infatti è appurato che i punti fuoco iniziali sono stati diversi, in modo da dividere le forze in campo. Il resto lo ha fatto il caldo, il vento e le mancate opere di prevenzione che purtroppo ultimamente vengono fatte sempre in forte ritardo. Ieri, la calma dopo la tempesta, ma purtroppo il danno è già stato fatto, e resta la paura che con l’attuale caldo anche i prossimi giorni potrebbero essere infuocati. LUIGI SAITTA Fonte “La Sicilia” del 05-08-2019