Riunione nella sede del Parco fluviale dell’Alcantara, richiesta da Rfi, a cui hanno preso parte oltre al presidente Renato Fichera, al direttore Antonino Lo Dico e ai dirigenti dell’Ufficio tecnico, i rappresentanti di Rfi (Leocata e Diliberto), di Italferr (Sgabalino e Della Fortuna) e i responsabili dell’impresa Pizzarotti, aggiudicatrice dei lavori per il raddoppio ferroviario. Nell’incontro è stato ribadito che è previsto anche il recupero di un breve tratto di strada ferrata a fini esclusivamente turistici, anche se i rappresentanti di Rfi hanno comunicato che quello tornato di loro competenza, grazie all’interessamento della Fondazione Fs, è stato finanziato dal Pnrr con 15 milioni di euro, che copre il percorso dalla fermata “Alcantara” a “Motta Camastra”, senza alcuna possibilità di prolungarlo fino a Randazzo, a causa dei costi esorbitanti. Tratto che ricadrebbe nella vasta area di cantiere per lo stoccaggio di merci e materiali, movimentazioni e lavorazioni, previsti per la durata dei lavori già prefissata per i prossimi 7 anni, quindi non prima del 2030. «Non è questa l’infrastruttura che il territorio si attendeva e di cui aveva bisogno – sottolinea il presidente del Parco fluviale, Fichera – perché solo per un piccolo tratto, fino all’ex stazione di Motta Camastra, verrebbe ripristinata per la percorrenza, frazionando l’intera opera, che fa presupporre che non sarà mai realizzata, sia per la mancanza di fondi, che per la non convenienza della gestione, apparsa già in pesante perdita negli studi di fattibilità effettuati dalla Ferrovia Circumetnea e da Rfi.
Un intervento su un tratto così limitato non sarebbe peraltro percorribile come si immaginava a frequenza continua per ampliare l’offerta turistica a regime, ma solo sporadicamente, con viaggi programmati una tantum». A nulla è valsa la posizione di Fichera nel chiedere di realizzare la bretella di collegamento, per bypassare Trappitello, lungo il torrente S. Venera, la risposta del responsabile di Rfi, garante dell’interesse pubblico, è stata esplicita: il costo ricadrebbe sull’impresa appaltatrice e ricavare il tracciato lungo il S. Venera presenterebbe maggiori costi. Il Parco ha garantito la disponibilità a rilasciare i nulla osta purché risultanti in armonia con la tutela del territorio. ALESSANDRA IRACI TOBBI Fonte “La Sicilia” del 21-05-2022
«TRASFORMARLA IN GREEN WAY PEDONABILE E CICLABILE» «Recuperare il tracciato ferroviario in disuso Alcantara-Randazzo o trasformarlo in una green way pedonabile e ciclabile». Eddy Tronchet, presidente di “Patrimonio Sicilia”, sodalizio ambientalista, reitera la proposta lanciata negli anni scorsi e che torna d’attualità a seguito della discussione sulla realizzazione dell’atteso raddoppio ferroviario nel comprensorio turistico. «È arrivato il momento di decidere – afferma Tronchet – anche perché il tracciato tocca addirittura tre Parchi e dunque ha un alto valore dal punto di vista naturalistico nell’ottica concreta di avviare numerosi percorsi che potrebbero essere avviati dal comprensorio turistico taorminese. Siamo in una fase in cui il ministero dell’Ambiente ha imposto il ripristino della ferrovia Alcantara-Randazzo, che prevede anche la permanenza in esercizio della vecchia stazione di Taormina-Giardini. Se il progetto fosse realizzato, segnerebbe un importante cambio di marcia per lo sviluppo turistico della Valle dell’Alcan – tara». Secondo Tronchet, che svolge anche l’attività di guida turistica, il treno è ovviamente un mezzo di trasporto molto apprezzato dalla clientela straniera.
«Qualora non si riuscisse a ripristinare la tratta – continua Tronchet – la soluzione alternativa potrebbe essere quella di realizzare un progetto per una green way adibita alle attività pedonali, ciclistiche, ippiche e altro». Il percorso è già dotato di peculiarità che potrebbero suscitare interesse in possibili visitatori. Lungo la vecchia ferrovia, infatti, vi sono numerosi fabbricati esistenti, otto gallerie e tredici viadotti storici, vere e proprie opere d’ingegneria del XX secolo, ben inseriti nel paesaggio della Valle. L’intera via, di oltre 37 chilometri, potrebbe essere percorsa a piedi, considerando anche alcune soste per la visita dei centri storici. Come punto di partenza il luogo più idoneo del percorso potrebbe essere, appunto, la frazione taorminese di Trappitello. MAURO ROMANO Fonte “La Sicilia” del 21-05-2022