La ferrovia Alcantara-Randazzo è stata per circa 40 anni il vanto degli abitanti della valle dell’Alcantara, prima che venisse sospesa dal servizio nel 1994 e chiusa nel 2002. Un’opportunità concreta per una sua futura riapertura potrebbe venire dalla legge 128/2017 che istituisce le ferrovie turistiche su linee in corso di dismissione in aree di maggior pregio culturale ed ambientale. La legge individua in prima battuta un elenco di 18 linee tra cui figura la ferrovia Alcantara-Randazzo e la Fondazione FS Italiane (del Gruppo Ferrovie dello Stato Italiane) ha mostrato notevole interesse a gestire questo tratto di ferrovia ai fini turistici una volta effettuati gli interventi di ripristino. «La legge sulle ferrovie turistiche – spiega Davide Tricomi, vicepresidente dell’associazione Ferrovia Valle Alcantara – è un potente strumento per attrarre investimenti su linee secondarie dove gli investimenti sono più difficili da reperire, lo status di ferrovia turistica non pregiudica minimamente una eventuale riapertura ai fini del trasporto pubblico locale, anzi è un primo grande passo difficilmente conseguibile senza prima passare dallo status di ferrovia turistica sfruttando i benefici della legge 128/2017.
Pertanto si spera che le autorità politiche locali, regionali e nazionali diano quanto prima seguito agli intenti della legge per fare una prima vera azione di sviluppo infrastrutturale nella Valle dell’Alcantara. Ne vale la pena e c’è da crederci, mai come adesso i tempi sono maturi per riavere in servizio la ferrovia». «I benefici di un trasporto locale organizzato e adattato con flessibilità ai nuovi bisogni della popolazione e dei turisti – aggiunge l’assessore alla Pubblica Istruzione Gabriella Gaggegi di Malvagna – insieme ad altre azioni come la riapertura della ferrovia Alcantara-Randazzo e il completamento della Sp 81 lungo la riva destra del fiume, potrebbero dare impulso a tutta l’area, far aumentare il numero di presenze di visitatori e renderla più vivibile a chi può sceglierla come residenza». Salvatore Zappulla Fonte “La Sicilia” del 30-09-2019