lungo ricoverato. A finire in carcere sono stati i tre componenti di uno stesso nucleo familiare, tutti pregiudicati: Sebastiano e Salvatore Montagno, cugini di 71 e 72 anni, e il figlio del primo, Nuccio Nunzio Montagno, 40 anni, tutti originari di Tortorici (nel Messinese), ma da tempo residenti a Vizzini, dove fanno gli allevatori. Nei loro confronti i carabinieri della compagnia di Caltagirone, al comando del tenente Sergio Vaira, alle prime luci dell’alba di ieri hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Gip del Tribunale di Caltagirone, Salvatore Ettore Cavallaro, su richiesta della Procura calatina che, diretta da Giuseppe Verzera, coordina le indagini. I tre sono accusati di omicidio e di tentato omicidio aggravati dalla premeditazione e dall’avere agito per motivi abietti o futili, ma anche di possesso abusivo di armi e munizioni. Ai Montagno i militari dell’Arma del nucleo operativo – al comando del luogotenente Tommaso Cilmi – della compagnia di Caltagirone, con la collaborazione dei loro colleghi di Licodia Eubea (diretti dal maresciallo Sebastiano Terranova) sono arrivati dopo una complessa attività investigativa condotta nell’ambito della criminalità rurale. Le modalità dell’agguato e l’utilizzo dei pallettoni hanno, infatti, indotto gli inquirenti a escludere presto la pista dell’assassinio d’impeto, da parte, per esempio, di un proprietario terriero che avrebbe così reagito a presunti soprusi subiti ad opera dei due fratelli, e a propendere invece per la tesi del regolamento dei conti maturato negli ambienti dei pastori e riconducibile, forse, anche a “partite” aperte per episodi delittuosi del passato. Il movente, come riferisce la stessa Procura, sarebbe pertanto da circoscrivere alla lotta in corso tra diverse famiglie di allevatori per il controllo del territorio rurale del Calatino. MARIANO MESSINEO Fonte “La Sicilia” del 08-04-2018
ESECUZIONE SPIETATA Giuseppe Destro, 49enne originario di Bronte, ma domiciliato in contrada Marineo, fu colto di sorpresa e raggiunto alle spalle dai colpi di fucile – secondo gli investigatori – sparati non da una, come apparso inizialmente, ma da due persone, mentre il terzo componente della banda che ha agito faceva da palo – che non gli lasciarono scampo.