Una lotta impari, la Sicilia brucia e, come ogni anno, i danni sono sempre maggiori, con il triste primato di essere tra le regioni più colpite. Una gestione mai cambiata, che da anni vede un sistema che non funziona, dalla prevenzione allo spegnimento, tutto è ormai seriamente compromesso, e solo un radicale cambiamento potrebbe cambiare la situazione. Ma andiamo con ordine, in Sicilia, lo spegnimento degli incendi è una prerogativa del Corpo dei vigili del fuoco, che purtroppo, da anni, soffre di gravi carenze di mezzi e soprattutto di personale che in estate veniva rimpinguato dalle squadre boschive finanziate dalla Provincia o dalla Regione con apposite convenzioni. La carenza di personale è ormai cronica e nonostante il grido di allarme dei sindacati, si nota solo quando succedono tragedie. Inoltre le squadre di supporto spesso vengono attivate ad estate inoltrata, quando i danni provocati dagli incendi sono già immani. Ai vigili del fuoco, nel periodo estivo, vengono affiancate le squadre antincendio della Forestale, fatte da personale qualificato e istituite negli anni Novanta. Operano sotto la direzione del Corpo Forestale esclusivamente in incendi di campagna e di boschi e che oggi pagano anche loro una età non più giovane e una carenza di personale mai rimpiazzato. Molte squadre sono composte dal minimo necessario, e spesso, non riescono a garantire una presenza H24 nelle varie zone. Inoltre, da anni, scarseggiano i Dpi, che dovrebbero essere sempre nuovi e in abbondanza (la legge parla di due completi antincendio a testa), ma spesso ce ne è solo uno e addirittura rammendato. A tutto questo, aggiungiamo la mancanza di mezzi, particolarmente grave quest’anno, e la vetustà dei pochi mezzi in servizio.
Nel territorio tra Etna e Nebrodi, tra Linguaglossa, Randazzo Maniace e Bronte, sono pochi i mezzi in servizio, così come le squadre, e con molti mezzi antincendio fermi nell’autoparco di Giarre o in officina, magari per il cambio di una batteria o di un piccolo guasto. Problemi cronici, anche nel Corpo Forestale, con l’organico ridotto all’osso e sempre in attesa di un concorso fermo da anni. Un lieve incremento di personale c’è stato grazie al passaggio interno di dipendenti regionali al Corpo, ma è stato solo un lieve palliativo, e con personale di età matura, spesso inesperto in materia di incendio e gestione di un intervento. Non è cosa da poco se si considera che sono proprio questi agenti a coordinare i lanci dei mezzi aerei. Assegnato a Randazzo un elicottero, che insieme ai canadair effettua un grande lavoro, ma i costi sono notevoli.
La Regione ha invece, investito tanto in droni (per cosa? Visto che manca chi spegne gli incendi), e in tanti mezzi antincendio dati ad associazioni di protezione civile, che hanno limiti di intervento. Infine i sindaci, che fanno puntualmente le ordinanze antincendio; ma chi le fa rispettare? Poche multe o addirittura nulla e catasto degli incendi poco aggiornato. Tra Etna e Nebrodi, ogni anno è un dramma, ma questa estate potrebbe essere pure peggio.