Questa Procura Distrettuale della Repubblica, nell’ambito dell’attività investigativa a carico di un 31enne del posto, indagato per i reati di maltrattamenti in famiglia, lesioni personali e violazione degli obblighi assistenziali, ha richiesto ed ottenuto nei suoi confronti la misura cautelare degli arresti domiciliari, eseguita dai Carabinieri della Stazione Maletto. Le indagini coordinate dal pool di magistrati qualificati sui reati che riguardano la violenza di genere, in uno stato del procedimento nel quale non è ancora intervenuto il contraddittorio dell’indagato, hanno fatto luce sulle reiterate condotte poste in essere dall’uomo nei confronti della moglie 25enne, dalla quale viveva ormai separato, nonché della figlioletta di soli 5 anni. La vicenda trae origine dalla decisione della donna di separarsi dal coniuge che, durante il loro rapporto matrimoniale, le avrebbe spesso riservato condotte minacciose e violente a causa della sua insana presunzione di possesso e della smodata gelosia nei suoi confronti. Nel corso della loro tormentata relazione, infatti, l’uomo si sarebbe lasciato andare a pericolosi atteggiamenti -quasi al limite dell’autolesionismo- quando ad esempio, dopo un litigio per futili motivi e mentre si trovava in auto con la moglie, avrebbe strappato a quest’ultima la maglia per evitare che potesse scendere dalla vettura, pigiando sull’acceleratore ed adottando una guida spericolata al fine di terrorizzarla con il rischio di provocare un incidente stradale che avrebbe potuto coinvolgere anche i numerosi pedoni o gli altri veicoli in transito. L’uomo avrebbe spesso colpito con schiaffi e pugni la donna che, addirittura in gravidanza, sarebbe stata volutamente spintonata e fatta rovinare a terra.
In seguito l’uomo, dopo l’avvenuta separazione dalla moglie, avrebbe costantemente tenuto “sotto controllo” la donna seguendola in auto od a piedi nei luoghi da lei frequentati, ciò al fine d’individuare le persone che le si avvicinavano, minacciandola attraverso telefonate o videochiamate di far del male a lei e ad un suo eventuale nuovo compagno, per il sol fatto d’essersi a lei avvicinato <<… ti rovino! … io ti vedo! Guarda (stai attenta, n.d.r.) quello che fai, io vedo tutto quello che fai! …>>. Vittima di tale aggressività anche la figlia della coppia, che, invero, sarebbe stata posta in pericolo dai parossismi comportamentali del genitore che in un’occasione, recatosi presso il luogo di lavoro della donna, l’avrebbe aggredita con urla e minacce rivolte addirittura anche alla bimba ovviamente terrorizzata <<… prima ammazzo te e poi ammazzo lei!!! …>>.
Lo sconsiderato quindi, a bordo della propria autovettura, si sarebbe allontanato a forte velocità con una manovra spericolata, così facendo cadere a terra l’ex moglie che si trovava accanto la bambina, salvo poi ritornare alcuni minuti dopo per prendere a pugni un testimone, in tal modo cagionando alla 25enne un “trauma cranico non commotivo, trauma contusivo alla spalla, gomito, polso e mano sx” con una prognosi di 8 giorni refertata dai medici del pronto soccorso dell’ospedale “Castiglione Prestianni” di Bronte. In siffatto gravoso quadro di responsabilità a suo carico, inoltre, l’uomo non avrebbe nemmeno assolto ai suoi doveri di mantenimento nei confronti dell’ex moglie e della loro figlia e, pertanto, il GIP del Tribunale etneo ha emesso l’ordinanza cautelare degli arresti domiciliari in un’abitazione diversa da quella coniugale, con applicazione del braccialetto elettronico per garantire il mantenimento della distanza minima di un chilometro dalla vittima.