A Maletto dicevano gli antichi che Ottobre è il “Capoinverno”. Difatti con tale mese si completavano i lavori della stagione,e si ricominciava a lavorare per preparare la stagione successiva. Girando per le nostre zone in questi giorni, abbiamo avuto il piacere di riscoprire una parte di tali lavori, fatti ancora nella maniera che usavano i nostri avi. Certamente c’è anche un po’ di tecnologia in alcuni passaggi di tali lavori, ma noi siamo riusciti a fotografare la parte non interessata dalle nuove tecnologie. Abbiamo visto i funghi, la salsa, la vendemmia, e l’aratura con il mulo, corredata dalla semina delle fave fatta manualmente. Tutte cose che abbiamo fotografato, e messo qui, per ricordare a tutti come ancora siano in uso certe tradizioni nella nostra zona. Tra le cose fotografate, una rocca di funghi di “ferla”, numerosi nella nostra zona ed adesso regolamentati; La salsa fatta nel pentolone detto “Menzarancio”, messa a bollire, poi filtrata e imbottigliata, poi messa in casse e coperta per una settimana, oppure veniva messa nel forno caldo, e lì rimaneva per alcuni giorni. La vendemmia, con la raccolta manuale dell’uva, che una volta veniva portata nei “Palmenti”, pestata con gli stivali, ed oggi invece si usano macchinari elettrici. Infine la semina, qui fotografata, che avveniva prima con l’aratura del terreno che veniva fatta a solchi, poi un contadino con un secchio buttava i semi, poi l’aratro ripassava per coprire con la terra i semi, noi abbiamo trovato due persone, e li abbiamo fotografati, per fare vedere come si eseguivano tali lavori una volta. Poi, in una foto, c’è il “Bbaddune”, che era la sella, molto economica, che veniva fatta per i muli e gli asini.
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