Non finisce la telenovela “bambinopoli” di viale Lazio, a Maletto, con l’opera che da oltre 40 anni attende di essere completata e utilizzata dai giovani e non. In questi giorni, una nuova puntata che lascia l’amaro in bocca a tutti. Oltre allo stato pietoso in cui versa, senza i necessari lavori di manutenzione e di pulitura, sono cominciati anche dei pesanti atti vandalici, che hanno interessato le telecamere di video sorveglianza installate. Girando per l’opera, aperta senza barriere di protezione, si nota l’assenza di alcune delle telecamere installate, con le cassette elettriche divelte e i fili penzolanti. Un atto deplorevole che lascia l’amaro in bocca all’intera comunità. Quella della bambinopoli di Maletto è la storia di numerose opere della Sicilia. Alla fine degli anni Settanta, è stata progettata e costruita, ma mai completata, dopo milioni spesi e lasciata nel totale abbandono e nell’oblio, distrutta dagli anni e dalle intemperie e mai utilizzata se non per la fiera del bestiame. Nel 2011 la svolta: L’Amministrazione guidata da Pippo De Luca presentò un progetto per la ristrutturazione che venne finanziato nel 2013, per l’importo di un milione e 70 mila euro. Nel 2015 l’attuale Amministrazione, guidata da Salvatore Barbagiovanni, espletò la gara e finalmente iniziarono i lavori. Ma quella che doveva essere una svolta positiva, ha portato, invece, a nuovi e maggiori problemi. Nel 2015, il Tar di Catania ha accolto il ricorso della “Sicil Tecno Plus” giunta terza nella gara di appalto, vinta dal Consorzio Stabile Progettisti e Costruttori, condannando il Comune a pagare il 10% dell’importo di gara e 3.500 euro di spese legali. Il Comune ha fatto ricorso al Cga, che ha nominato un Consulente Tecnico e in questi giorni, dovrebbe arrivare la sentenza definitiva. I lavori, secondo la ditta, sono stati completati a novembre 2015, ma ad oggi, l’opera è senza prova di collaudo, per il quale delle prescrizioni sono state fatte da un tecnico nominato dal Comune, ma di queste prescrizioni non vi è ancora traccia. Nel frattempo, alcune carte relative al progetto sono finite in Procura, e indagini sono in corso per capire se via sia stato o meno qualche passaggio che ha impedito il completamento e la fruizione dell’opera. Il sindaco, interpellato, proprio per le indagini in corso ha preferito non rilasciare dichiarazioni. Ora l’ultimo atto, con evidenti danni perpetrati ancora prima dell’apertura, e che come al solito, ricadranno sulle spalle dei cittadini, che sperano, dopo oltre 40 anni, di vedere l’opera completa e fruibile. LUIGI SAITTA Fonte “LA Sicilia” del 29-10-2017