La cenere dell’Etna ha compromesso buona parte della produzione agricola del 2013. Ma a fare le spese dei danni sono tanto i produttori quanto i lavoratori. Ecco perché occorre modificare le norme di accesso alle procedure di calamità e tutelare un comparto che rappresenta il 35 per cento dell’economia del territorio e possiede ancora enormi potenzialità di produrre sviluppo. Di come investire nell’agricoltura si è discusso all’esecutivo provinciale della Fai Cisl catanese, che si è svolto ieri a Maletto, alla presenza di Fabrizio Colonna, segretario generale regionale dei lavoratori agroalimentari della Cisl, e di Rosaria Rotolo, segretaria generale della Cisl Etnea. Ha aperto i lavori Pietro Di Paola, segretario generale Fai Cisl Catania, secondo il quale”serve una cabina di regia che metta insieme tutti gli atti del settore per creare proposte vere e progetti concreti di sviluppo e far modificare le normative per l’accesso alle procedure di calamità naturale, garantire agevolazioni alle aziende che emergono dal nero e che si impegnano a rispettare i contratti; valorizzare le aziende che impegnano i lavoratori in costanza di rapporto nel corso degli anni e che garantiscano loro un minimo di 101 giornate lavorative”.
Fonte “La Sicilia” del 08-05-2013