Assalto ai boschi di Maletto, a caccia di frutta secca nei vari terreni alle falde dell’Etna. Tante sono le proteste per gli assalti che in ogni autunno si verificano. Tra i frutti più ricercati le castagne, ma anche noci, mandorle e i funghi. Una situazione che rischia di esplodere da un momento all’altro, diversi i contadini che cercano di arginare il saccheggio dei loro terreni, ma la loro appare un impresa impossibile. “Ho diversi alberi di noci e castagne – dice il signor Giuseppe, proprietario di un terreno a monte del paese – spesso mentre sono nel mio terreno, entrano per raccogliere castagne e noci, e appena dico di essere il proprietario mi prendono quasi in giro, non posso certo stare sempre di guardia, e se avessi qualche anno di meno farei diversamente” . Una situazione insostenibile, molti sono i terreni abbandonati, ma in questi spesso a causa degli alti rovi e del sottobosco non pulito, non riescono a raccogliere i frutti, allora, in molti vanno dentro gli appezzamenti che vengono regolarmente lavorati, a raccogliere quello che si trova. Spesso anche provocando danni seri, abbattendo recinzioni o vecchi muri in pietra lavica segnati dal tempo. “Da tempo diversi cittadini mi hanno segnalato il problema – ci dice il sindaco – Salvatore Barbagiovanni – e per questo abbiamo predisposto dei servizi di controllo e prevenzione che continueremo ancora per qualche settimana, sperando di lenire il problema che riguarda molti contadini”. Negli ultimi anni, i boschi di Maletto sono saliti spesso agli onori della cronaca. Qualche anno fa, un branco di cani randagi seminò il terrore, poi i maiali lasciati allo stato brado, oggi l’assalto dei cercatori di castagne, un frutto che negli ultimi anni ha raggiunto un buon prezzo di mercato, con cifre che vanno dai 3 ai 5 euro al chilo. E dunque facile, entrare in un terreno e raccogliere anche 50 o 100 chili del prezioso frutto, ed avere un buon guadagno. Tra i problemi di sorveglianza, anche il disarmo del Corpo Forestale, che abrogato a livello nazionale dal governo, è ormai in coma anche in Sicilia. Basti pensare che il distaccamento di Bronte, competente per territorio, una volta contava 12 unità, che riuscivano ad avere un buon controllo del territorio. Al momento, invece, il numero di guardie è fermo a 5, e presto, causa pensionamenti e mancato turn over, resteranno anche meno. Una situazione che diventa ogni anno peggio, e che rischia di innescare guai peggiori. LUIGI SAITTA Fonte “La Sicilia” del 02-11-2016
MOLTI TERRENI UTILIZZATI PER IL PASCOLO – La maggior parte dei castagneti di Maletto si trova a monte del paese, alle falde dell’Etna, nelle contrade Barbotte, Feudo Soprano, e nelle zone limitrofe, fino in contrada Nave in territorio di Bronte. In passato, i castagneti, oltre che per il frutto, erano utilizzati per produrre legname, e ciclicamente venivano tagliati e fatti ricrescere. Negli ultimi anni, questa pratica si è persa e molti boschi sono abbandonati e lasciati al pascolo o ai rovi. Negli ultimi anni la castagna è stata riscoperta e in autunno, diversi cercatori salgono dai paesi di pianura alla ricerca dei preziosi frutti di bosco. LUIGI SAITTA Fonte “La Sicilia” del 02-11-2016