Restano in carcere i due pastori Giuseppe e Salvatore Russo (padre e figlio, nelle foto dall’alto in basso) di 61 e 32 anni di Maletto, che domenica mattina hanno aggredito, tentando di uccidere, (A. V. le iniziali) il proprietario di un terreno in contrada Tartaraci solo perchè pretendeva che il suo terreno non fosse più invaso dalle pecore dei due. Le condizioni della vittima, che ha 58 anni ed è residente a Maletto, attualmente ricoverato all’ospedale Garibaldi, rimangono gravi e le ferite riportate dall’uomo fanno seriamente ipotizzare che i due pastori avrebbero agito per uccidere. L’uomo, infatti, sarebbe stato colpito ripetutamente alla testa con la punta di un piccone, fino a quando non è rimasto a terra apparentemente senza vita. Per questo l’accusa contro i due pastori rimane quella di tentato omicidio. Intanto, ieri sono stati chiariti i contorni della vicenda. A sentire gli inquirenti, non è la prima volta che i due litigano per lo stesso motivo. Da una parte il proprietario del terreno che, essendo limitrofo a quello dei Russo, non riesce a godersi la propria terra poichè i pastori vi lasciano pascolare il gregge come se fosse loro. Dall’altra, padre e figlio che pare rivendicassero una sorta di diritto su quel terreno. Per risolvere il problema il proprietario aveva recintato tutta la sua terra, ma il pastore avrebbe addirittura forzato il lucchetto del cancello pur di farvi entrare le proprie pecore. I pastori adesso subiranno un processo per tentato omicidio, ma a sentire in giro la gente i rapporti fra i proprietari delle terre e i pastori nelle aree rurali spesso sono difficili. Secondo i comandanti delle varie stazioni dei Carabinieri dei comuni dove l’economia è prettamente agricola e zootecnica, le denunce contro i pastori poco rispettosi del diritto di proprietà altrui sono tantissime. Certo, criminalizzare la categoria è sbagliato e ingiusto: ci sono certamente pastori onesti. Ma essendo il fenomeno particolarmente ricorrente i Carabinieri invitano i proprietari a non aver paura a denunciare eventuali sorprusi.
TRATTO DA “LA SICILIA” DEL 28 AGOSTO 2007