Si ripresenta sempre più spesso il problema dell’abbandono di rifiuti in territorio del Parco dell’Etna, o peggio ancora, nei rifugi altomontani posti sotto il vulcano. Ancora una volta, ci arriva una precisa segnalazione, che vede protagonista il rifugio di Monte Maletto, posto nel mezzo di un bellissimo bosco, sotto l’omonimo monte, vecchio cono vulcanico, a quota 1698 sul livello del mare. Due stanze molto carine con il camino, posti a monte della pista altomontana, usati spesso da escursionisti e boy scout per i loro pernottamenti. Fino a qualche anno fa, chi passava da questi rifugi, spesso lasciava pasta, olio, scatolame, o tutto quello che avanzava in quanto non consumato. Ora, oltre a non trovare nulla, spesso degli incivili lasciano i loro rifiuti o dentro il rifugio, come in questo caso, o ancora peggio fuori, dove vengono disseminati dagli animali nei dintorni. In questo caso, grazie alla segnalazione di un ciclista di Maletto, i rifiuti sono stati lasciati all’interno, con il sacco caduto a terra, e il loro contenuto sparso in un angolo della stanza. Segni di grande inciviltà e di mancanza di controlli in strutture demaniali.
Controlli, purtroppo spesso impossibili a causa della mancanza di personale del Corpo Forestale, rimasto ridotto all’osso e con molti Distaccamenti chiusi. Con l’arrivo di Carlo Caputo a presidente del Parco, grazie a delle convenzioni con alcune associazioni, in alcune zone la situazione è migliorata, con l’ausilio di alcune fototrappole, ma purtroppo ancora non si riesce ad eliminare una pratica (quella dell’abbandono di rifiuti) segno di grande inciviltà. Anche alcuni Comuni si sono mossi in maniera indipendente, ma c’è ancora tanto da fare. LUIGI SAITTA Fonte “La Sicilia” del 18-12-2020
Vorrei precisare che si tratta del rifugio di Monte Scavo, e non di quello di Monte Maletto.
Comunque ci vorrebbe la pena di morte per questi escrementi umani.