Quarant’anni sono passati senza che la bambinopoli di Maletto, sita in viale Lazio, fosse completata. Un’opera che negli anni settanta era stata concepita come spazio di intrattenimento e luogo di ritrovo, iniziata e mai finita fino al totale abbandono. Questo fino al 2010, quando l’amministrazione in carica riesce ad avere un finanziamento di quasi un milione di euro per riqualificare l’opera. Ma causa burocrazia tutto si protrae fino al 2015, anno in cui viene espletata la gara per i lavori, che a breve hanno inizio. Non senza polemiche ne ricorsi, di ditte escluse, tra cui la Sicil Tecno Plus, giunta terza nella gara d’appalto, superata da altre due ditte. Ma la ditta, certa di avere redatto un progetto consono a quanto richiesto dalla Giunta comunale, presenta ricorso al Tar di Catania, fino a quando, la pronuncia definitiva, con la sentenza appena pubblicata, ha dato completamente ragione alla Sicil Tecno Plus. Dalla sentenza, ricostruisce i particolari della gara in cui il Consorzio Stabile Progettisti e Costruttori è giunto primo con 91,320 punti, e la Edilcap seconda con 55,834 punti. Terza la Sicil Tecno Plus con 49,026 punti. Il ricorso presentato da quest’ultima, era basato sul fatto che i progetti delle due ditte giunte prima, non erano conformi a quanto richiesto dalla stazione appaltante, e dunque non potevano essere ammessi. In particolare, la tensostruttura presente, avrebbe dovuto avere delle caratteristiche completamente diverse, cosa che il giudice, a seguito delle perizie effettuate da vari tecnici, ha ribadito, specificando le differenze tecniche previste e non effettuate. Nel frattempo, i lavori sono stati completati entro i termini previsti del 25 novembre 2015, come certificato dal Direttore dei lavori, e dunque la gara non è stata sospesa ne bloccata. Visto che nulla si poteva fare per bandire una nuova gara, il presidente della Prima Sezione del Tar di Catania, Antonio Vinciguerra, ha condannato il Comune di Maletto a pagare alla Sicil Tecno Plus il 10% del prezzo d’appalto offerto, a parziale risarcimento del mancato guadagno, oltre alle spese legali di 3500 euro. Ma non finisce qui, l’opera, nel frattempo, è ancora chiusa, per qualche settimana sembrava completa con l’illuminazione serale accesa, poi il buio, e oggi, qualche alberello piantato durante i lavori inizia a soffrire la penuria di acqua. LUIGI SAITTA