Rimane ancora una volta senza pediatra la comunità di Maletto, nonostante gli oltre 600 bambini residenti nel piccolo comune, dopo il trasferimento dell’attuale medico, spostatosi più vicino alla propria zona di residenza. Una situazione esplosa letteralmente ieri, dopo l’avviso apparso sulla vetrina dell’ambulatorio della guardia medica, sede dell’attuale pediatra, in cui sono riportati gli orari di ricevimento e i recapiti dei due pediatri di zona, che ricevono a Bronte e a Maniace. Una situazione che ripropone quella vissuta circa cinque anni fa quando, dopo il pensionamento della dottoressa Rita Grasso, che aveva il proprio ambulatorio a Maletto, l’Asp non diede incarico a nessun pediatra, almeno fino a quando le proteste dei cittadini, e dell’allora sindaco, riuscirono ad avere l’assegnazione di un pediatra in maniera provvisoria, che effettuava il proprio incarico in maniera alternata tra Maletto e Maniace. Ora la storia si ripete. I posti di pediatra vengono assegnati con molta parsimonia, e la maggiore presenza di bambini a Maniace, unico comune che negli ultimi anni ha vissuto un incremento demografico (al contrario di Maletto), ha fatto scegliere quest’ultimo come sede per la nuova pediatra, lasciando invece Maletto, sprovvisto di un importante servizio. Il problema, ha subito infiammato la campagna elettorale, con proposte e discussioni, subito postate sui social, luogo di discussione che ha ormai sorpassato le vecchie chiacchiere che si scambiavano al bar. Per fortuna, almeno per il momento, grazie alla disponibilità della dottoressa, si è trovato un compromesso, in attesa di una soluzione definitiva. Infatti, la pediatra incaricata, ha dato la propria disponibilità ad aprire una volta alla settimana, al poliambulatorio di Maletto, sito in viale Aldo Moro e sede sia della guardia medica sia del pediatra fino a qualche giorno fa. Una soluzione tampone, che se da un lato aiuta i residenti ad alleviare un grosso problema, dall’altro lo rimanda a una discussione e soluzione che dovrà essere affrontata in futuro tra Comune e Asp, che spesso, per varie questioni, non può garantire dei servizi divenuti ormai essenziali, specie nei centri più piccoli e lontani dalle grandi città. LUIGI SAITTA Fonte “La Sicilia” del 10-05-2018