Tutto pronto per l’intitolazione del campo sportivo comunale a Stefano Bonina, compianto presidente del Maletto Calcio negli anni ‘80 e malettese orgoglioso delle sue origini che ha sempre decantato in ogni contesto che lo ha visto coinvolto. A 9 anni dalla sua scomparsa – avvenuta a causa della sclerosi laterale amiotrofica – la famiglia, con in testa il figlio Andrea, ha portato avanti questa richiesta e adesso il sogno si realizza. Il prossimo 21 dicembre alle 10,30 l’appuntamento è al palazzo comunale di Maletto per una conferenza stampa che permetterà sia di delineare la figura di Stefano Bonina ma anche di riflettere su telematiche importanti come la Sla e la ricerca. Dopo i saluti del primo cittadino Giuseppe Capizzi e dell’assessore allo Sport e istruzione Melo Melardi, interverranno il presidente dell’Ars Gaetano Galvagno, il deputato regionale Giuseppe Castiglione, il presidente della Figc Sicilia Sandro Morgana e Andrea Bonina, figlio di Stefano e promotore dell’iniziativa. L’evento è organizzato insieme a diverse associazioni tra cui Telethon con il suo coordinatore provinciale etneo Maurizio Gibilaro; Arisla con il professore dell’Università di Catania Rosario Gulino che porta avanti proprio delle ricerche su questa malattia; Aisla con il presidente per la Sicilia Orientale Orazio Arena; Catania Rossazzurra con il suo presidente Enzo Ingrassia; All Stars Sicilia con il presidente Luca Napoli.
«Mio padre – spiega Andrea – è stato un imprenditore molto apprezzato nel settore dei servizi marittimi spendendosi per 40 anni a favore del porto di Catania prima con un’agenzia marittima e dopo una impresa portuale al servizio delle compagnie armatoriali Tirrenia e Ttt Lines: proprio per questo motivo è stato componente del comitato dell’Autorità portuale di Catania; ma è stato anche un tifoso dello sport e del calcio: nel suo cuore il Calcio Catania ma sopratutto la squadra di Maletto. La domenica mi portava nel suo paese di origine e andavamo al campo sportivo. Un momento tutto nostro e per me era bello ed emozionante vedere i giocatori, le partite, lo spirito di squadra, il loro entusiasmo: tutto ciò rendeva la domenica un giorno speciale». E aggiunge: «mio padre era passionale e determinato a far crescere la squadra di calcio del suo paese e ha messo tutte le sue energie a supporto di questo progetto che non era solo sportivo ma sociale: grazie al calore che si registrava intorno alla squadra, tutto il paese partecipava vivendo quel concetto di comunità che purtroppo stiamo perdendo. Papà Stefano ha fatto tanto anche sul profilo imprenditoriale creando occupazione. Purtroppo la malattia ce lo ha portato via troppo presto». Fonte “La Sicilia” del 15-12-2021