Se in questi giorni vi recate a Maniace e vi soffermate a guardare i boschi del crinale meridionale dei Nebrodi, vi accorgerete di una macchia quasi grigia immersa nel verde vivace dei boschi. Si tratta degli effetti dell’invasione della “Lymantria Dispar”, ovvero un peloso e colorato bruco considerato fra i più temuti defogliatori delle piante forestali. A provocare quella macchia, infatti, sono gli alberi privi di foglie, mangiate con voracità dai bruchi che presto diventeranno farfalle. Per l’Azienda foreste demaniali il fenomeno è tutt’altro che sconosciuto. Fra i compiti del Dipartimento regionale Aziende foreste demaniali, infatti, vi è quello di contrastare in maniera biologica il proliferare della larva. Se ne occupa il servizio Fitosanitario, il cui responsabile è il dott. Nunzio Caruso, che ci spiega come la Forestale ridurrà gli effetti dannosi della Lymantria non solo a Maniace, ma in tutti i boschi della Sicilia dove il fenomeno si presenta in maniera distruttiva.
«A Maniace – spiega – interverremo come in tutte le zone dove la presenza della larva è diventata infestante. Il bruco ha mostrato i sui effetti anche a Bronte nelle contrade Cattaino e Macchia fava, a Randazzo in contrada Sciarone, ma anche in provincia di Agrigento. In queste zone noi interveniamo, utilizzando prodotti a base di “Bacillus thuringiensis”, che è un batterio sporigeno in grado di intossicare la larva nel primo stadio di vita». In pratica il “Bacillus thuringiensis”, quando viene ingerito sporula nell’ospite, liberando delle tossine innocue per gli esseri umani, ma in grado di ridurre l’azione delle larve. «Verificheremo dove sono state deposte le uova – continua il dott. Caruso – poi con i mezzi aerei spruzzeremo il baccillus diluito in acqua nelle chiome delle piante. Quando le larve nasceranno, appena cominceranno a mangiare le foglie, ingeriranno anche il “bacillus” e si ammaleranno». Un lavoro da fare all’inizio dell’estate prossima, insomma, ma rassicura che i bruchi, contrariamente alla processionaria, non rapprentano un pericolo per la salute pubblica.
La notizia buona è che fra qualche settimana i boschi dei Nebrodi, vicino le frastagliate contrade di Maniace, saranno ricchi di farfalle più o meno colorate. Quella negativa è che oggi le larve che si trasformeranno in farfalla hanno in brevissimo tempo divorato le foglie di 9 ettari di Cerri, robusti alberi della famiglia delle querce, provocando un cospicuo danno ambientale. In contrada Semantile di Maniace, infatti, immersa nel verde del Parco dei Nebrodi, si è verificata una invasione di “Lymantria Dispar”, ovvero il peloso e colorato bruco considerato fra i più temuti defogliatori delle piante forestali. Intendiamoci: nulla a che vedere con la temuta Processionaria che distrugge i pini, ma in quanto a voracità di foglie questa larva non è seconda a nessuno, tanto che in pochissimi giorni è riuscita a spogliare dalle foglie alberi che fino a qualche settimana fa erano verdi e prosperosi, prendendo di sorpresa anche i cittadini di Maniace che frequentano e amano il bosco. L’allarme è scattato solo quando l’infestazione ha raggiunto le case. Essendo la larva simile a quella della Processionaria, i residenti hanno temuto gli effetti urticanti. Fortunatamente non era così. Questi bruchi nonostante la loro vistosità (sono così grandi e lunghi che a stento ci stanno nel palmo della mano) non irritano la pelle. «In verità neanch’io mi sono accorto di nulla – dice il sindaco di Maniace, Salvatore Pinzone Vecchio – eppure frequento spesso il bosco. Sono stati i cittadini ad avvertirmi ed abbiamo lanciato l’allarme, avvertendo l’Ispettorato forestale». Sul posto, il comandante della Guardia forestale di Maniace, Antonino Montagno, si era già recato e vista la gravità dell’accaduto ha avvertito l’Asp ed il servizio Fotosanitario dell’Azienda foreste demaniali. Così a Semantile si è svolto un vertice operativo cui hanno partecipato, oltre a Montagno, Francesco Del Campo, responsabile sanitario dell’Asp e l’ispettore sanitario Luigi Sciacca, il dott. Nunzio Caruso responsabile del Servizio Fitosanitario forestale del Dipartimento regionale dell’Azienda foreste demaniali, il fitopatologo Agatino Sidoti e l’assessore Luigi Marino Gammazza del Comune. Per i 9 ettari di bosco ormai si poteva fare poco. Gli alberi non moriranno, ma lo stress causato dalla defogliazione almeno per un anno impedirà loro di crescere e di avere frutti. Ma secondo gli esperti per controllare il proliferare delle larve il sistema più efficace è quello di non fare assolutamente nulla. «Posto – si legge nel verbale conclusivo dei lavori – che la Lymantria Dispar non produce, attraverso i propri peli, alcuna reazione urticante, l’infestazione non produce alcun allarme particolare né per la popolazione né per il bosco. L’insetto è già ad uno stadio adulto e non produrrà altri effetti dannosi, se non una forte ovideposizione per la produzione di nuove generazioni che potranno essere nell’anno successivo ancora più massive».
Gaetano Guidotto
cos’è la temutissima «Lymantria dispar»
La «Lymantria dispar» è ampiamente diffusa in Europa e Asia, dalla Spagna al Giappone. Ed è temutissima negli Stati Uniti. Si nutre di oltre 400 specie diverse di piante arboree, arbustive ed erbacee. E sui Nebrodi trova quanto gli serve, ovvero cerri, roverella, leccio, faggio e frassino.
Basti pensare che ogni femmina di Lymantria depone fino a 1.200 uova che resistono al vento che li trasporta anche a chilometri di distanza, ed all’inverno, schiudendosi in primavera.
Gaetano Guidotto fonte “La Sicilia” del 10-06-2012