Ieri 20 gennaio 2014, Maniace, il giovane paese alle pendici dei Nebrodi ha festeggiato il Santo Patrono, San Sebastiano Martire. E’ noto come tale festa sia stata per il popolo maniacese fattore aggregante e nucleo originario grazie al quale si sono sviluppati, nel corso dei decenni, il processo di identificazione collettiva e il cammino unitario dei laboriosi contadini e pastori maniacesi. Da qualche anno è stato celebrato il 75° anniversario dell’introduzione della Festa in Maniace. Infatti, non esisteva a Maniace una festa patronale e quindi molto attesa era quella di San Sebastiano che aveva luogo in Tortorici, comune di origine di molti maniacesi. Pur di parteciparvi si partiva dai vari luoghi del feudo, a folti gruppi, oppure accodati a coloro che disponevano di un mulo o di un asino al fine di potere essere trasbordati a cavallo negli attraversamenti di torrenti molto numerosi nel cammino sui Nebrodi. La festa cadeva, infatti, il 20 gennaio, in pieno inverno e, col rischio persino della vita, intere colonne di contadini, avvolti negli scialli, superavano le montagne alte e innevate dei Nebrodi, poste tra Maniace e Tortorici, per non mancare alla tradizionale festa. Ma il valore attribuito a questa festa e la devozione verso il Santo erano tanto sentiti che i contadini, intorno al 1937, promossero una colletta con la quale comperarono una statua del Martire simile a quella venerata in Tortorici e cominciarono a celebrare in Maniace, con le stesse usanze e con gli stessi riti del paese d’origine, la festa di san Mmastianuzzu. Erano gli anziani, poiché il prete non risiedeva nella zona, né si spingeva al di là del castello (dietro il quale si estendeva il grande feudo e viveva la massa contadina) ad organizzare tutte le manifestazioni religiose. Oggi tutto questo è un lontano ricordo per gli anziani, ma è rimasta una grande devozione verso San Sebastiano. La festa rappresenta per la collettività maniacese un eccezionale momento di aggregazione, una preziosa opportunità di incontro e di amicizia. In questa occasione i maniacesi, oltre a sperimentare l’identità civica di popolo, rivivono e manifestano le proprie radici cristiane nonostante le spinte disgregatrici e i processi di secolarizzazione della società odierna. La festa vede ogni anno, pellegrinare per le contrade del paese un gran numero di “Nudi” e di fedeli dietro l’immagine di Sebastiano martire, il quale perse la vita pur di non rinnegare la propria fede in Cristo, diventando punto di riferimento per tutti. Man mano che passano gli anni la celebrazione si arricchisce di segni forti, di preghiera vera, di un clima sempre più spirituale. Devoti e fedeli sono stati aiutati, nel triduo di preghiera che precede il giorno della Festa, dalla predicazione di P. Salvo Cucè, viceparroco in Maniace. Quest’anno, poi, la festa è stata arricchita dalla presenza di Roberto Caprino maniacese, ordinato diacono il 5 gennaio a Palermo nell’ordine dei frati predicatori domenicani. E’ stato veramente emozionante e commovente ascoltare la Parola spezzata da un fratello maniacese che si è posto come san Sebastiano alla sequela di Cristo. La Festa continua ancora con l’Ottavario nella Chiesa di san Gabriele in Petrosino e si concluderà Domenica 26 gennaio con i Vespri solenni che risuoneranno nel vetusto tempio di Santa Maria di Maniace.
SI RINGRAZIA VINCENZO COSTANZO, PER L’IMPEGNO E LE BELLE FOTO DELLA FESTA