Lascia pesanti strascichi e soprattutto gravi danni, la perturbazione che ha imperversato nei giorni scorsi sulla Sicilia, tra Etna e Nebrodi. Una breve ma violenta grandinata, ha infatti “bombardato”il territorio di Maniace, rovinando le colture di pesche e pere che sono un punto fermo dell’economia del paese. I chicchi di
grandine, hanno rovinato i piccoli frutti, con dei buschi, simili a piccoli morsi, che rendono i frutti difettosi e inadatti alla vendita. Infatti, anche se il sapore resta sempre gustoso, i segni della grandine sono visibili e li rendono poco commerciabili. Una batosta per i tanti produttori, che in pochi minuti hanno visto andare in fumo un anno di lavoro. Questo a causa di stagioni sempre più imprevedibili e che non aiutano chi investe in un settore come quello agricolo, in balia del tempo. Un
danno che si spera di riavere appagato con l’intervento della politica, in particolare con lo stato di calamità, ma purtroppo, nell’ultima richiesta della Giunta regionale, dell’aprile scorso, relativa al maltempo di febbraio, i Comuni montani, tra cui Maletto e Bronte, non sono stati inseriti nella lista di quelli, nei quali è stato calcolato un danno di oltre 100 milioni di euro.
Adesso, i molti agricoltori, o i proprietari dei frutteti della zona, dovranno chiedere a gran forza l’intervento degli enti competenti, per avere riconosciuto un danno evidente e che ha messo in ginocchio gran parte della produzione annua. LUIGI SAITTA Fonte “La Sicilia” del 17-05-2023