La cabina di un escavatore di una ditta di Maniace, l’altra notte, è stata distrutta dalle fiamme sviluppate a causa di un incendio di natura dolosa. L’escavatore si trovava in sosta in contrada Petrosino, ed esattamente nel cantiere impegnato nella costruzione degli argini del torrente Martello, quando alle 2 qualcuno ha appiccato il fuoco. Lanciato l’allarme sul posto sono arrivati i vigili del fuoco di Maletto e i carabinieri della locale stazione. I pompieri hanno sedato le fiamme e così alla fine solo la cabina è andata distrutta, limitando i danni solo a qualche migliaio di euro. Resta da capire che significato può avere questo attentato incendiario e chi può averlo perpetrato. Ad aggiudicarsi i lavori di costruzione degli argini, banditi dal Comune, ai tempi è stata una ditta di Maletto, ma poi in pratica veniva utilizzato l’escavatore della ditta locale. Chi ha appiccato il fuoco, comunque, è stato bravo a non lasciare tracce. I carabinieri, infatti, nonostante abbiano setacciato metro per metro il terreno circostante non hanno trovato neanche la classica tanica di benzina che solitamente viene utilizzata per appiccare l’incendio. Le indagini quindi procedono a 360 gradi, anche se voci non confermate fanno intendere che gli inquirenti stiano percorrendo una pista ben precisa. Non è escluso di conseguenza che nei prossimi giorni se ne possa sapere molto di più.
BRONTE: FIAT UNO A FUOCO PER UN CORTO CIRCUITO
Era stata lasciata in via Santissimo Cristo a Bronte ed all’improvviso si è incendiata. Si tratta della vecchia auto di una romena residente nella città del pistacchio. La donna è proprietaria di una Fiat Uno, che ha percorso tantissimi chilometri e che ha il motore ormai a pezzi. Probabilmente un corto circuito all’impianto elettrico ha sviluppato il fuoco. L’allarme è scattato intorno le 4 della notte e subito dopo sono giunti i vigili del fuoco del distaccamento di Maletto insieme con i carabinieri della Stazione di Bronte. Al loro arrivo le fiamme sono state sedate, ma ormai della vettura era rimasto ben poco.
Fonte “La Sicilia” del 03-05-2011