E’ stata fissata per l’11 settembre la prima udienza davanti al Gip del tribunale di Catania, a seguito di richiesta espressa dal Pubblico ministero, per l’ex sindaco di Maniace Nino Cantali, e per gli ex assessori Luigi Marino Gammazza, Rodolfo Arcodia Pignarello e Giuliana Coci, destituiti dalla carica in seguito allo scioglimento del Comune per infiltrazioni criminali avvenuto nel 2020 e all’allora segretario comunale Antonio Tumminello. I cinque sono imputati di abuso d’ufficio in concorso ai sensi degli articoli 323 e 110 del Codice penale. In particolare la Giunta dell’epoca, e il segretario, che nell’esercizio delle loro funzioni sono pubblici ufficiali, con una procedura definita irregolare, conferivano un incarico di “istruttore direttivo contabile”, a Lina Coci, sorella dell’assessore Giuliana, e che secondo quanto scritto dal pm, non aveva i titoli per ricoprire tale ruolo. Nelle carte del pubblico ministero, c’è anche di più, ma andiamo con ordine: Il 27 settembre 2018 il sindaco Nino Cantali adottava un avviso per “il conferimento extra dotazione con contratto part time di 24 ore settimanali per l’incarico di istruttore direttivo contabile con responsabilità di direzione e gestione dell’area finanziaria con categoria D”, il documento era redatto dal segretario comunale e prevedeva secondo l’accusa illegittimamente il requisito “diploma di ragioneria con maturata esperienza presso enti locali”, mentre la legge, per questo tipo di incarichi dati a tempo con le direttive del decreto legislativo 110 prevede almeno il diploma di laurea (la triennale per intenderci).
In quella stessa data, gli assessori Marino e Arcodia, presenti insieme al sindaco, e all’assessore Coci che non poteva partecipare alla seduta in quanto sorella, approvavano la delibera per assegnare l’incarico, che veniva conferito dal sindaco con una determina del 4 ottobre 2018, con le modalità inesatte dell’avviso, per la durata di un anno e per 36 ore settimanali. Addirittura, le 24 ore settimanali previste dall’avviso improvvisamente diventavano 36. Sempre secondo il pm, questo procurava alla signora Lina Coci priva del diploma di laurea, titolo necessario, un ingiusto vantaggio patrimoniale, con l’aggravante della partecipazione alla seduta della sorella Giuliana, in evidente conflitto di interessi, visto che un amministratore, non può dare incarichi a parenti prossimi. In quel periodo, la stessa Lina Coci, ha avuto un altro incarico nell’Unione dei Comuni. Sarà ora il gip, a settembre a esaminare la questione. Fonte “La Sicilia” del 23-07-2023