Comincia oggi la fase dibattimentale del processo contro due ex sindaci di Maniace, due dirigenti del Comune, due operatori ecologici e quattro dirigenti di alcune ditte indagati per fatti che risalgono nel periodo compreso fra il 2014 e il 2020. In quegli anni, le ditte incaricate del servizio di raccolta rifiuti nel Comune tra Etna e Nebrodi secondo l’accusa hanno occultato diverse tonnellate di rifiuti, evitando di pagare le discariche, conseguendo un maggiore profitto grazie anche a mancati controlli e alla mancata compilazione dei formulari. Tra gli indagati gli ex sindaci Salvatore Pinzone Vecchio e Nino Cantali. Secondo la Procura e a seguito di varie indagini e interrogatori eseguiti dalla compagnia carabinieri di Randazzo, i due operatori coinvolti, col benestare di responsabili e tecnici, invece di conferire l’umido nell’apposita discarica lo portavano nei terreni appartenenti a uno di essi per darlo in pasto ai maiali. In alcuni casi, invece, l’umido veniva conferito tra i rifiuti indifferenziati, senza che alcun controllo avvenisse, come di dovere, sulla tipologia di rifiuto, provocando costi maggiori di smaltimento. Agli atti, del resto, parrebbe chiaro che negli anni 2013, 2016 e 2017 non fu conferito umido in discarica. Mentre nel 2015 l’umido conferito fu solo di 2 tonnellate, a fronte di 9,1 tonnellate nel 2018 e 9,2 tonnellate nel primo semestre del 2019. Numeri molto bassi se paragonati alle 66,78 tonnellate del 2014 o, addirittura, alle oltre 45 tonnellate conferite in discarica nel secondo semestre del 2019, quando qualcosa è cambiato.
Stessa musica anche con i rifiuti ingombranti, di cui non c’è traccia sui registri fino al secondo semestre del 2019, quando vennero raccolte 4,9 tonnellate di questa tipologia. Ancora peggio col vetro, assente fino al 2019, per poi arrivare a oltre 20 tonnellate nel primo semestre del 2019, e a 56 tonnellate nel secondo semestre del 2019. Numeri impressionanti che consentivano enormi risparmi, considerando che in quegli anni smaltire i rifiuti costava circa 50/60 euro alla tonnellata per l’umido, e oltre 150 euro per l’indifferenziata. Le indagini hanno stabilito che era stato instaurato un sistema marcio, che, grazie alla compiacenza di operai, ditta aggiudicataria della raccolta e tecnici comunali, annullava tutti i controlli, permettendo risparmi di diverse migliaia di euro, ma non al Comune. Sarà ora il processo – in cui sono coinvolti i responsabili di una nota discarica già indagati per altre questioni – a stabilire l’eventuale dolo e i danni subiti dall’ente, che molto probabilmente si costituirà parte civile. R.P. Fonte “La Sicilia” del 19-06-2024