Il giudice non solo lo aveva allontanato dalla casa della moglie, che in passato spesso aveva picchiato, ma addirittura gli aveva ordinato di non entrare nell’intero paese. Lui, invece, ha pensato bene di recarsi sotto casa della ex per minacciarla di chissà cosa, se non avesse ritirato la denuncia. Così ha trascorso la festa della donna in carcere, in attesa di giudizio. Protagonista di questo grave episodio, un uomo di 35 anni di Maniace, arrestato dai carabinieri della locale Stazione in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal Gip del Tribunale di Catania. L’accusa è grave: atti persecutori e violenza privata. Nel maggio scorso, la moglie di 34 anni aveva denunciato il marito ai carabinieri, perché vittima di una serie di violenze psicofisiche. All’origine dei litigi ci sarebbero stati i continui diverbi sul fatto che la moglie lavorasse e sostenesse la famiglia, mentre il marito, a dire della donna, facesse poco per trovarsi un lavoro. L’uomo, che digeriva mal volentieri gli stimoli della moglie a fare di più, con il tempo sarebbe diventato violento e così la povera donna non solo tornava stanca a casa dopo una giornata di lavoro, ma rischiava pure di prenderle. Dopo la denuncia, i militari dell’Arma effettuarono le necessarie indagini. Appurarono quanto sostenuto dalla donna, ed informarono la Procura della Repubblica di Catania che convinse il magistrato ad emettere, nei confronti dell’uomo, un divieto di dimora nel Comune di Maniace. Tutto finito? Per niente. Anzi, spesso lo stalker sarà pure braccato, ma la vittima rimane da sola. L’uomo, infatti, ha iniziato a tormentare la donna attraverso telefonate e sms intimidatori. L’episodio clou a fine gennaio, quando in preda alla rabbia, il marito si è recato sotto casa della ex moglie minacciandola di ritorsione se non avesse ritirato la denuncia. Un fatto grave che ha convinto il giudice ad aggravare la precedebte punizione, ordinando alla vigilia dell’8 marzo l’arresto del marito violento. E ieri l’altro, l’uomo è stato prelevato dall’abitazione di Bronte dove risiedeva ed è stato trasferito nel carcere catanese di piazza Lanza. Rischia una condanna da 6 mesi a 5 anni di carcere.
L.S. Fonte “La Sicilia” del 09-03-2014