La cugina acquisita non gli aveva permesso di far pascolare il gregge all’interno del suo terreno e lui l’aveva picchiata selvaggiamente. E’ accaduto a Maniace il 19 ottobre scorso e ieri il pastore è stato arrestato, raggiunto da un provvedimento cautelare emesso dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Catania, che lo ha mandato agli arresti domiciliari con l’accusa di lesioni aggravate ed estorsione. Si tratta di Calogero Bontempo, 38, anni, un pastore pregiudicato di Maniace che, incurante del diniego della proprietaria, aveva deciso di invadere il terreno con ben 250 pecore. La donna in quel terreno aveva piantato ortaggi e frutta e, di conseguenza, il pascolo non poteva proprio concederlo. A Bontempo, però, questo particolare non interessava per nulla: quel terreno era ottimo per farvi pascolare il gregge e, quindi, doveva entrare con le buone o con le cattive. E, così, quando la padrona si era accorta che le pecore avevano invaso il terreno e stavano brucando i suoi ortaggi, era corsa sul campo, intimando al cugino di uscire con tutti i suoi ovini.Il pastore, però, invece, di rispettare il diritto di proprietà altrui, era passato alle vie di fatto e, afferrato un bastone, aveva cominciato a picchiare selvaggiamente la donna. Fortunatamente, nei pressi si trovava il figlio, che aveva costretto il pastore alla fuga. Dopo l’aggressione, la donna veniva subito trasportata al Pronto soccorso dell’ospedale di Bronte, dove i medici le hanno riscontrato e curato diverse contusioni. Ovviamente in quell’occasione era stata sporta denuncia ai carabinieri, che hanno iniziato a cercare il pastore, nel frattempo resosi latitante per evitare l’arresto in flagranza. Iter giudiziario e indagini, però, sono continuate e i carabinieri hanno scoperto che da tempo Bontempo aveva atteggiamenti minacciosi e violenti nei confronti della donna, tanto che, qualche mese prima, con il fuoristrada, aveva investito e ucciso il suo cane. Così il giudice per le indagini preliminari, tenendo conto di quando scoperto dai carabinieri, ha emesso la misura restrittiva. E ieri l’altro i carabinieri di Bronte, cui la donna si era rivolta dopo l’aggressione, hanno rintracciato il pastore, che nel frattempo era ritornato a Maniace, e lo hanno sottoposto al regime degli arresti domiciliari nell’abitazione dei genitori, a disposizione dell’autorità giudiziaria. Non è la prima volta che si verificano episodi simili. Spesso i rapporti fra i pastori e i proprietari dei terreni è caratterizzato da scontri, che in più di un’occasione finiscono drammaticamente, proprio come in questo caso.
L. S. Fonte “La Sicilia” del 15-12-2011