E siamo a 24. Tanti sono i fienili che dal 2004 ad oggi sono andati stranamente in fumo nel quadrilatero fra Bronte, Maletto, Maniace e Randazzo, senza riuscire a capire come e perché. Fienili la maggior parte in zone isolate, a servizio di allevamenti solitamente controllati a vista dai proprietari che, appena si sono distratti un attimo, hanno visto bruciare tutto. L’ultimo fienile lunedì sera a Maniace, in contrada Pezzo, all’interno di un terreno di proprietà di un allevatore di Bronte che in un battibaleno ha visto letteralmente andare in fumo oltre 600 covoni di paglia e fieno. Incendio doloso? Non sono state trovate tracce che possano provarlo, ma certo, visto dove erano sistemati i covoni è difficile ipotizzare che non sia stata la mano dell’uomo a provocare il fuoco. I covoni erano, infatti, stipati dentro lo scheletro della enorme condotta idrica costruita decenni fa per trasportare l’acqua dei torrenti che formano il Simeto alla diga dell’Ancipa e non completata. Difficile che da li dentro il fieno si incendiasse da solo. Certo è che dal 2004 ad oggi gli incendi di fienili nel territorio sono già 24. Una media di più di 2 incendi l’anno. Lavoro per i Vigili del fuoco, anche questa volta intervenuti prontamente. Mistero per tutti, con la catena degli incendi sempre più lunga. Il primo incendio scoppio nel 2004 all’interno di un allevamento a Bronte. Nel 2005 i fienili andati in fumo erano già 6, come 6 furono gli incendi scoppiati solo nel 2006. Il 2007 fu un anno di calma, ma l’anno successivo ripresero in tutti e quattro i Comuni. La scena è sempre la stessa: i covoni ammucchiati in aree lontane da corrente elettrica o quant’altro possa provocare un incendio all’improvviso, e quasi sempre in tarda serata, si incendiano. Salvare qualcosa è impossibile e gli allevatori perdono il foraggio dell’inverno. Prima o poi il mistero sarà chiarito.
Gaetano Guidotto Fonte “La Sicilia” del 27-11-2013